Non si placa la rabbia di Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, che dopo aver lasciato San Siro per protesta contro l’arbitraggio rincara la dose nella trasmissione Rai Radio Uno “Un Giorno da Pecora. I bersagli, mai citati esplicitamente ma fin troppo chiari, sono Nicolò Barella e Simone Inzaghi.
L’attacco di Zangrillo al centrocampista dell’Inter chiama in causa l’episodio del rigore: “Gli arbitri fanno un mestiere delicato ma non sono aiutati: sono tratti in inganno come ieri da calciatori che piroettano come pagliacci e fingono traumi inesistenti. E poi vedi che chi mima un trauma cranico ha preso una pedata nel culo, figlia di un normale scontro di gioco. Non parlo solo di Barella, sono cose che capitano ogni domenica“.
E ancora: “Noi abbiamo un allenatore che non sgambetta come un tarantolato e non importuna il quarto uomo, anche perché se alza un dito viene ammonito. Io preciso una cosa: i calciatori del Genoa seguono un codice deontologico, se simulano o si piroettano come tarantolati vengono puniti. Ma questo non accade nelle squadre di grande blasone, ieri è capitato sotto gli occhi di tutti. Barella è un calciatore della Nazionale, ma se fa sette piroette perché Frendrup, ragazzo educato e tranquillo, lo tocca dopo aver toccato la plla, è chiaro che questo trae in inganno l’arbitro“.
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