Problema Inter: in gol col contagocce. E’ giunto il momento di cambiare
Se tre indizi fanno una prova, sette indizi fanno una certezza assoluta: il problema dell’Inter sono i pochi gol segnati in casa. Nel 2014 sono state sette le partite di campionato disputate tra le mura amiche:
Inter-Chievo Verona 1-1 Inter-Catania 0-0 Inter-Sassuolo 1-0 Inter-Cagliari 1-1 Inter-Torino 1-0 Inter-Atalanta 1-2 Inter-Udinese 0-0
In totale sono 5 gol realizzati in 7 partite: pochi, troppo pochi per raggiungere il quarto posto. E se il trend continuasse, inizierebbe ad essere a rischio anche il quinto posto, con conseguenze da incubo per l’Inter, sia sul piano della preparazione atletica che del marketing e dell’internazionalizzazione del marchio lanciata da Thohir: eventuali preliminari di Europa League, infatti, obbligherebbero i nerazzurri a non partecipare alla tournée americana fortemente voluta dal tycoon.
Occorre quindi trovare la soluzione a questo problema, magari provando a modificare qualcosa nell’assetto tattico della squadra: nelle gare casalinghe contro squadre che fanno del catenaccio e contropiede le loro armi di battaglia, tre difensori centrali sembrano effettivamente troppi. Ciò che manca però sono i gol dei centrocampisti: con l’arrivo di Mazzarri, ci si aspettava un miglioramento in fase realizzativa di Fredy Guarin, che invece sta deludendo le aspettative dei tifosi nerazzurri, sempre più impazienti verso lo stile di gioco del colombiano. L’acquisto di Hernanes avrebbe dovuto dare maggiore sostanza e peso offensivo al reparto mediano dell’Inter: dopo sei presenze in nerazzurro, però, sono davvero poche le giocate che hanno portato il Profeta vicino al gol e zero le reti messe a segno.
Mazzarri ha sempre fatto degli inserimenti delle mezze ali uno dei suoi micidiali punti di forza (si pensi a Marek Hamsik, sempre in doppia cifra sotto la gestione Mazzarri a Napoli). Un centrocampo a 5, senza centrocampisti in grado di verticalizzare, inserirsi con i tempi giusti e di garantire la superiorità numerica in determinate zone del campo, è uno spreco: il rischio è essere sì padroni del campo, ma mediante un possesso palla del tutto sterile, come avvenuto nel primo tempo della gara di ieri, con passaggi solo orizzontali, cercando spazi che avversari non concedono, perché a San Siro vige la regola del “prima non prenderle”, e con tale regola bisogna fare i conti se si è l’allenatore dell’Inter.
Sembra giunto il momento di cambiare assetto e uomini, dando spazio alla vivacità di giocatori come Ruben Botta e alla classe di Mateo Kovacic: peggio di quanto sta facendo Guarin in questo periodo è dura.