Dopo la decima sconfitta in 28 partite di campionato, come è naturale che sia, si ricomincia a parlare di possibile esonero nel brevissimo periodo per Simone Inzaghi. L’Inter, che nelle coppe si fa bella, sprofonda invece in Serie A, mettendo a serio rischio il vitale quarto posto. Motivo per cui La Gazzetta Sportiva di oggi parla di ultimatum: le prossime tre partite potrebbero essere decisive per la permanenza di Inzaghi in panchina.
Va detto però che l’esonero dell’allenatore a stagione in corso non è affatto una specialità di Beppe Marotta, che oggi ha tra le mani il futuro del tecnico piacentino. Nella sua lunga carriera, infatti, è stato protagonista di una scelta simile in una sola occasione, allontanando dalla panchina del Venezia Luciano Spalletti, e per ben due volte! Vediamo insieme come andò in quel lontano 2000.
A seguito di una stagione travagliata alla guida della Sampdoria conclusa con la retrocessione, Luciano Spalletti viene ingaggiato dal Venezia per la stagione 1999-2000. Le difficoltà però si manifestano immediatamente: nei primi due mesi di stagione, i suoi ragazzi ottengono una sola vittoria (proprio contro l’Inter, 3-1). Motivo per cui, all’indomani del ko interno contro il Bologna, Spalletti viene esonerato e sostituito con Giuseppe Materazzi (il padre di Marco), a sua volta reduce dall’esonero dallo Sporting Lisbona.
La scelta però si rivela infelice, tanto che Materazzi viene allontanato dopo tre sole partite e sostituito dallo Spalletti bis. È finita qui? Macché. Il toscano torna all’alba di dicembre, per poi essere nuovamente esonerato, questa volta in via definitiva, a febbraio. Quel Venezia chiuse terzultimo in classifica, retrocedendo in Serie B insieme a Torino, Cagliari e Piacenza.
“Era ed è mio amico, uno che fa gruppo, squadra. Un trequartista, stava con me”, disse poi Spalletti di Marotta nel 2018, da tecnico dell’Inter, tornando su quell’annata. Infine, va anche ricordato che a guidare quel Venezia in qualità di presidente era il compianto Maurizio Zamparini, un vero e proprio “professionista” degli esoneri. Di conseguenza, la sua influenza sulle decisioni relative ai cambi in panchina prese dalla dirigenza non è stata così marginale.
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