Raggiunto il pessimo traguardo delle 10 sconfitte in campionato su 28 partite totali, la panchina di Simone Inzaghi traballa in maniera inevitabile. La sosta per le Nazionali aveva salutato un’Inter sconfitta in casa contro la Juventus tra le polemiche per un gol irregolare, ma ne ha poi riproposta un’altra che perde nuovamente, questa volta contro la Fiorentina. Il copione è ormai quello classico e consolidato: 4-5 palle gol nitide sprecate clamorosamente, gol subito, reazione confusa e inefficace, sconfitta. E via ripetere.
Inevitabile quindi, dicevamo, che la posizione del tecnico ora sia a rischio. Secondo l’edizione odierna de La Gazzetta Sportiva le prossime tre partite saranno decisive: Juventus in Coppa Italia, Salernitana in campionato, Benfica in Champions League. Marotta non è un dirigente con alle spalle una storia di esoneri a stagione in corso, ma se il tracollo non dovesse fermarsi una pezza andrà messa.
Ridurre le responsabilità per una stagione di questo tipo alla sola figura dell’allenatore sarebbe il classico errore dettato dalla semplificazione. Che il tecnico ora sia a rischio già in anticipo è comprensibile, così come lo è il fatto che a fine stagione, a prescindere da eventuali exploit europei, verrà salutato. È bene però specificare una cosa: la finale di Coppa Italia è nuovamente vicina e il tabellone in Champions League fa venire l’acquolina in bocca, ma il risultato prioritario deve essere il piazzamento in campionato.
Non si faccia l’errore di sacrificare quest’ultimo per inseguire sogni di gloria che poi, molto probabilmente, rimarranno tali. Arrivare almeno quarti è vitale per il futuro a breve-medio termine del club.
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