E ora arriva il bello. Dopo una stagione piena di alti e bassi, picchi elevatissimi e fondi inimmaginabili, vittorie storiche e tonfi pesanti, adesso l’Inter è arrivata al momento decisivo. Che inizia con la prima delle due finali che la attendono, quella di Coppa Italia. Di fronte, allo Stadio Olimpico, ci sarà la Fiorentina di Vincenzo Italiano, che ha già battuto i nerazzurri in campionato a inizio aprile. Per rendere l’annata del Biscione memorabile, alzare questo trofeo sarebbe un primo passo importante.
Ecco le parole in conferenza stampa del tecnico interista, Simone Inzaghi, e del capitano Samir Handanovic:
INZAGHI
MEGLIO ESSERE FAVORITI O OUTSIDER? – “Domani è una finale, ne ho giocate diverse: a volte ero favorito, altre no. Ma una finale è una finale. Giochiamo contro una squadra molto in forma, che viene da un grande periodo e che abbiamo affrontato tante volte in questi anni. Si è meritata di arrivare fin qui proprio come noi. Essendo una finale dovremo essere Squadra, con la S maiuscola, e indirizzare la partita da subito nel verso giusto”.
SULL’ETICHETTA DI “RE DI COPPE” – “Speriamo che questa fama possa continuare, visto che abbiamo ancora due finali da disputare. Mi auguro che la tradizione positiva possa andare avanti, ma in generale sono grato a questo grande gruppo che ho avuto negli ultimi due anni: abbiamo fatto cose importantissime. La finale di Coppa Italia non è mai scontata, visto che nel recente periodo non mi pare si sia giocata molto spesso, e anche in campionato abbiamo fatto una grande rimonta dopo un periodo complesso”.
DISCORSO DI MATTARELLA – “Ha fatto un discorso molto emozionante, ha parlato a cuore aperto a entrambe le squadre. Io poi ho avuto la fortuna di ascoltarlo già una volta. Ci ha detto che noi siamo uomini di sport e che dobbiamo essere d’esempio per tutti, soprattutto per i ragazzini“.
TOUR DE FORCE – “Mancano 4 partite, ma sono una più importante dell’altra. Ho la fortuna di avere ragazzi che hanno giocato già finali e partite importanti. Avremo disputato 19 partite in 62/63 giorni, praticamente abbiamo giocato un girone in due mesi: siamo stati bravi a gestire le forze. Purtroppo a questo punto della stagione avrei voluto anche Skriniar e Mkhitaryan, ma ci può stare perdere qualche pezzo per strada con tutti questi impegni“.
POCHE MOTIVAZIONI? – “Non c’è il rischio di avere meno fame perché abbiamo un grande rispetto sia della Fiorentina che di Italiano. E poi lo dobbiamo fare per il percorso importante che abbiamo fatto per arrivare fin qui, questa finale l’abbiamo voluta con tutte le forze: la semifinale con la Juve lo dimostra. Vogliamo riportare a casa la Coppa, come fatto l’anno scorso. Non c’è il rischio di pensare alla Champions perché sappiamo i sacrifici fatti, non mancherà il nostro impegno folle. Le finali si vincono insieme.”.
MERITI DELLE VITTORIE – “Sono miei? Quando si vincono trofei, e non dobbiamo dimenticarci la Supercoppa di gennaio, è merito di tutti, non dei singoli: tutti insieme si vince, tutti insieme si perde. Siamo stati bravi a restare uniti e a non cercare un colpevole quando le cose andavano male“.
RIENTRO DI SKRINIAR – “Non ha ancora lavorato con la squadra, ha svolto un lavoro differenziato. Giovedì avrà un consulto importante, ma penso potrà rientrare per le ultime due partite“.
FUTURO – “Come ha detto Marotta, resto al 100%. Non mi sono mai sentito un precario, poi è ovvio che noi allenatori siamo sempre giudicati per i risultati che otteniamo. E questo accade non solo all’Inter“.
HANDANOVIC
VOTO ALLA STAGIONE – “La stagione non si può ancora definire perché non è ancora finita, bisogna aspettare queste ultime partite”.
L’INCONTRO CON MATTARELLA – “È stata un’esperienza speciale, un po’ diversa dalle altre. La cosa che mi ha sorpreso è che quando gli ho stretto la mano mi ha riconosciuto e mi ha detto che qualche giorno prima aveva incontrato il presidente della Slovenia: mi ha fatto piacere. Mi ha fatto effetto che conoscesse anche i vecchi giocatori di Inter e Fiorentina”.
IL VALORE DELE SCONFITTE – “Le sconfitte aiutano, ti riportano alla realtà quando sei in uno stato di eccessiva felicità. Poi con il ritorno delle vittorie è tornato tutto come prima, alla normalità. Ecco cos’è accaduto in questa stagione”.
FUTURO – “Ancora non so niente, questa partita la aspetto come tutte le altre. È una finale, all’Inter si gioca per alzare i trofei. Negli ultimi anni abbiamo riportato questa squadra dove le compete: a vincere”.
I “LITIGI” VISTI IN CAMPO – “Da quando sono arrivato in Italia nel 2004 sono sempre stato un professionista, dentro e fuori dal campo. Ho imparato tanto da chi avevo davanti, e non ho mai smesso. Anche negli ultimi anni ho imparato a conoscere cose nuove. Ogni stagione è diversa dalle altre. Quando c’è un po’ di nervosismo va bene, perché significa che la gente ci tiene. Se vedete dei calciatori che battibeccano tra loro è perché vuol dire che ci tengono a quello per cui giocano”.
La conferma dopo gli esami strumentali
Il retroscena dagli spogliatoi prima di tornare in campo per il secondo tempo
Le possibili scelte dei due allenatori
Si sta per accendere la trattativa
Tutte le informazioni utili per seguire il match
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