È la partita che ha ben pochi eguali probabilmente in tutto il mondo. Nel campionato italiano, quando ancora non eravamo entrati in piena pandemia e i tifosi potevano naturalmente assiepare le gradinate, è sempre stata una tra le sfide più colorite e sentite.
Stiamo parlando, per chi non l’avesse ancora capito, di Inter-Juventus, le due regine d’Italia negli ultimi anni, anche se l’Inter è tornata da pochi anni ad affacciarsi in zona scudetto, soprattutto dopo l’ingaggio di quello che è inevitabilmente il grande ex in questo match, ovvero Antonio Conte.
Tutti gli appassionati di scommesse calcio attendono con grande ansia il big match di domenica a San Siro, che vedrà seguito in televisione da milioni di persone. Non è una partita certamente uguale a tutti gli altri. Lo testimonia alla perfezione il fatto che uno dei giornalisti più famosi del mondo della carta stampata italiano, ovvero Gianni Brera, che non esitò a definirlo come il Derby d’Italia. Proprio da una sua battuta si diffuse questa denominazione: non fu casuale, dato che effettivamente c’era sempre un grande fervore che si poteva respirare tra le strade di Milano e Torino nel momento in cui scendevano sul terreno di gioco le due compagini in questione.
Come ben messo in evidenza nella video intervista da parte di Riccardo Ferri sul blog sportivo L’insider, non servono motivazioni per un match del genere, che si prepara da solo. Piuttosto, c’è da tener conto della pressione che, spesso e volentieri, rischia di bloccare completamente i giocatori, non permettendo loro di sfoderare le consuete prestazioni.
Ferri mette in evidenza proprio come questa partita rappresenti una sorta di importantissimo test, che va a misurare proprio il grado di tenuta mentale dei giocatori nei confronti di simili partite. Serve esperienza, serve sangue freddo, serve calma olimpionica, altrimenti il peso delle aspettative potrebbe finire anche per schiacciare le qualità tecniche.
Un esame, che alla fine dei conti è rivolto anche ai giocatori più forti e conosciuti, che non sempre riescono ad esaltarsi in queste grandi sfide. D’altro canto, è necessario mettere in evidenza come questo match viene vissuto anche con fin troppa tensione, che potrebbe sfociare in un nervosismo latente e pronto a insorgere alle prime difficoltà, come nel caso in cui la squadra per cui si gioca dovesse subire un gol nei primi minuti di gioco.
L’ex difensore dell’Inter ha messo in evidenza come ci sia una data che non potrà mai uscire dai suoi ricordi. Ovvero, l’11 novembre 1984. Una data che lo accompagnerà per sempre, dato che è legata a un Inter-Juve che l’ha visto grandissimo protagonista e non solamente in fase difensiva come si potrebbe pensare.
Infatti, in quella partita contro i bianconeri, ecco che Riccardo Ferri sfoderò una prestazione veramente pazzesca. Non solo riuscì a mettere la firma sulla prima rete nella massima serie della sua carriera, ma lo fece anche contro una Vecchia Signora ricca di campioni. Tra i suoi compiti difensivi c’era sicuramente anche quello di marcare Platini, uno che in quanti a trattamento del pallone se ne intendeva eccome. Ebbene, Ferri non solo lo marcò adeguatamente, ma anzi lo annullò completamente. E l’Inter, in quel match, dilagò, potendo contare pure sulla doppietta di Rummenigge e sulla rete di Collovati.
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