Inter-Lazio 1-2, le pagelle: malissimo Ansaldi e Miranda, Perišić cresce col passar del tempo

Le pagelle di INTER-LAZIO Ecco i voti e le pagelle di Inter-Lazio 1-2 a cura della redazione di passioneinter.com - Voto alla partita 7,5 - Raramente si vedono partite di questa intensità in Coppa Italia. Veramente uno spettacolo degno di un trofeo che non sia solo "minore". Voto alla squadra 6 - Il voto è la media tra l'otto del cuore e dell'atteggiamento finale e il quattro dell'applicazione della fase difensiva nel primo tempo. Un peccato enorme perché si poteva seriamente vincere e passare il turno. Adesso, a Roma, scatterà lo psicodramma del derby. ⇒ SCORRI LE SCHEDE IN ALTO PER LEGGERE LE PAGELLE HANDANOVIĆ HANDANOVIĆ 7 Se il primo tempo non finisce 3 a 0 per la Lazio è anche molto merito suo. Il portiere sloveno tiene a galla la sua Inter laddove gli svarioni difensivi aprono totalmente il campo agli avanti biancocelesti. Non gli riesce il miracolo sul rigore. D'AMBROSIO D'AMBROSIO 6 Davanti è troppo timido, lento e impacciato; dietro è ben più combattivo, almeno per quanto riguarda il primo tempo. Nella ripresa non riesce a essere un fattore davanti ma non soffre nemmeno dietro. MURILLO MURILLO 5,5 Non una prestazione orribile ma Miranda trascina anche lui nel baratro sul famoso scatto di Immobile che conduce al rigore dello 0-2. Per il resto, luci e ombre. MIRANDA MIRANDA 4,5 Inizia con un recupero su Felipe Anderson da togliersi il cappello. La sua partita, però, termina proprio lì, almeno a livello neuronale perché l'ex capitano dell'Atlético Madrid va in continua difficoltà quando viene puntato in velocità e quando gli avanti biancocelesti tagliano alle sue spalle. Una delle peggiori esibizioni della sua carriera nerazzurra che l'espulsione, semplicemente, sottolinea in rosso. ANSALDI ANSALDI 4 Felipe Anderson, dalla sua parte, fa quello che vuole. Il giocatore visto al Genoa lo scorso anno pare semplicemente evaporato, ormai è dolorsamente ufficiale: il gol del numero 10 della Lazio che vale il vantaggio biancoceleste è un'effige perfetta di ciò che non deve essere una diagonale difensiva ma anche i buchi immensi che Ansaldi lascia dietro di sé ogni qual volta legge male una situazione sono sintomatici dei grossi problemi che il laterale argentino sta avendo quest'anno. La sostituzione sa di ultima spiaggia per Pioli ma resta il fatto che l'avrebbe ordinata il 99% della popolazione mondiale. Dal minuto 58 Medel 6 MEDEL MEDEL 6 Entra lui e l'Inter smette di soffrire nonostante uno schieramento asimmetrico causa espulsione di Miranda. La Lazio si rintana e il cileno ne giova ma si dimostra attentissimo e, onestamente, gli ospiti non danno mai l'idea di poter creare alcun tipo di problema fino al termine della partita. Anche per merito suo. BROZOVIĆ BROZOVIĆ 6 Più confuso del solito. Non manca la consueta corsa che gli consente di essere presente ovunque ma a tratti è approssimativo soprattutto nei tackle agli avversari e non riesce a recuperare tutti i palloni che dovrebbe. In più, attaccare lo spazio alle sue spalle diventa troppo facile non appena l'Inter si sbilancia per fare un pressing infruttuoso: la sensazione è che senza Gagliardini al croato manchi un riferimento. Nella ripresa, sullo 0-2, peggiora pure, difettando non poco in lucidità in più di un frangente. Il gol ne nobilita la prova e lo aiuta a salire di rendimento nel finale, tornando a uno standard accettabile. KONDOGBIA KONDOGBIA 7 Recupera palloni, macina chilometri e arriva anche alla conclusione (che in teoria non sarebbe nemmeno il suo mestiere). La fase difensiva dell'Inter è un incubo ma non certo per colpa del francese che, onestamente, riesce a riconquistare il possesso spesso e volentieri, riuscendo a distinguersi come uno dei pochi nerazzurri a non portare un pressing troppo leggero in avanti. La sua ripresa andrebbe mostrata alla Primavera nelle sedute di rafforzamento psicologico: che l'Inter vinca 3-0 o sia sotto 0-2 con un uomo in meno, il Kondo lotta e gioca sempre con la stessa intensità. Si è fatto aspettare parecchio a lungo ma che spettacolo averlo in campo adesso... CANDREVA CANDREVA 5,5 Ancora una volta troppo altalenante e troppo indeciso su cosa fare con il pallone tra i piedi, una volta che ne conquista il possesso. Peraltro dà anche una mano meno consistente del solito in ripiegamento a D'Ambrosio per quasi tutto il primo tempo ma spesso, davvero, fatica troppo a trovare l'intuizione giusta per la giocata. BANEGA BANEGA 5 Un disastro senza palla, la superficialità in persona quando è in possesso. Non detta mai il passaggio in avanti, non copre mai lo spazio alle sue spalle, al momento è un uomo in meno in più di un frangente. Rimandato. Dal minuto 46 João Mário JOÃO MÁRIO JOÃO MÁRIO 6 Onestamente, fa quello che può. Non brilla ma non demerita. Del resto, aspettarsi da lui qualcosa di trascendentale sarebbe anche ingeneroso. PERIŠIĆ PERIŠIĆ 6,5 Inizia in maniera forse troppo semplicistica, gettando al vento più di una buona chance con traversoni scontati, molli o a dir poco pretenziosi. Con l'inferiorità numerica, nonostante abbia molto più campo da coprire, sale sorprendentemente di giri arrivando (e meritandolo) a fare un gran assist di testa per Brozović. La parte conclusiva della sua partita è da applausi, a tratti sembra letteralmente Ivan il Terribile vs. Lazio. PALACIO PALACIO 5 Impalpabile, purtroppo. Il Trenza unica punta di un 4-2-3-1 non pare una scelta brillantissima, come già si era intuito contro il Bologna (nonostante il gol). Dal minuto 46 Icardi 6 ICARDI ICARDI 6 Entra e fa quel che sa fare, quel che deve fare. Purtroppo sfiora solo il gol ma si capisce perfettamente che i difensori della Lazio sono costantemente in apprensione quando la palla entra nella sua sfera di competenza. Comunque sia, il succo è che Icardi dà il giusto peso davanti ed è un altro film rispetto a Palacio. PIOLI PIOLI 6 Il mismatch Ansaldi-Felipe Anderson è drammatico, per la sua Inter. L'errore non è stato dar fiducia al laterale argentino bensì non ridisegnare l'Inter per arginare le sfuriate del brasiliano. La gran parte del secondo tempo, dominata in maniera assoluta, dà comunque piena e totale legittimità al suo lavoro, una volta di più: una squadra sotto di un uomo e due gol che attacca così è, al di là delle vittorie, il manifesto più convincente possibile per un tecnico che voglia sapere quanto i suoi principi sono penetrati nella testa del suo gruppo. La sconfitta, d'altro canto, mette in evidenza alcuni problemi strutturali che la squadra si trascina dietro da tempo e può fare bene ai giocatori (ri)scoprire che non sono diventati di colpo i migliori d'Europa e che hanno bisogno di lavorare ancora duramente. Il mister comunque sa qual è la strada ed è quella giusta. LAZIO Lazio (4-3-3): Marchetti 6; Patric 5,5, de Vrij 6,5, Hoedt 6,5, Radu 5; Parolo 6,5, Biglia 6, Murgia 6; Felipe Anderson 7, Immobile 5, Lulić 7,5. A disp.: Strakosha, Vargić, Basta, Wallace, Bastos, Lukaku, Folorunsho, Milinković, Luis Alberto, Djordjević, Rossi. All.: Simone Inzaghi

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Giorgio Crico - Autore

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Giorgio Crico
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