Sono tempi duri per la dirigenza per l’Inter, letteralmente bloccata sul mercato in entrata. Come spiegato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ci sono delle criticità evidenti in questo momento, al di là delle voci che circolano sulla ricerca di nuovi fondi. Un duro stop che potrebbe essere visto come un semplice periodo di assestamento che non poteva essere certamente previsto dal club, visto che buona parte dei problemi economici è stata causata come conseguenza della pandemia.
Attualmente, come sottolineato dalla rosea, l’Inter si trova esattamente in una sua personalissima fase tre. Questo comporta operatività limitata per i dirigenti, fondi assenti sul mercato, ragionamenti su possibili parametri zero per l’estate e comunque compatibili col ristretto monte ingaggi nerazzurro. Si cercano quotidianamente di fare i salti mortali per far quadrare i conti, anche se giustamente nelle precedenti due fasi la programmazione era stata diversa.
La fase 1, ad esempio, era partita con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter e può essere interpretata come quella degli investimenti: in un anno ad Appiano Gentile sono sbarcati calciatori del calibro di Lukaku, Barella, Eriksen ed Hakimi. La seconda fase ha avuto inizio col famoso patto di Villa Bellini tra dirigenza e allenatore, in cui era stato spiegato al tecnico che il mercato si sarebbe mosso esclusivamente su colpi a costo zero. Sino ad arrivare alla ‘tragica’ situazione economica di oggi in una sciagurata fase tre.
>>>Sostienici su Patreon per avere accesso ai contenuti esclusivi<<<
I contratti terminano il prossimo 30 giugno
Il centrocampista albanese è sotto esame
E' necessario l'addio dell'argentino a gennaio
L'Inter monitora a distanza