Cassano: “Conte è obbligato a vincere. Inter? Un sogno realizzato. Eriksen è un top player”
Fantantonio non ha dubbi: "Antonio non può fallire, deve vincere lo scudetto e fermare la Juventus"Diego Milito ma non solo. Anche Antonio Cassano si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, in qualità di doppio ex, per presentare il derby tra Inter e Milan in programma questo pomeriggio a San Siro: “Senza pubblico non è calcio. Ma il Covid ha cambiato la vita di tutti, per non fermarci è giusto andare avanti così”.
L’importanza del derby: “Arriva troppo presto, siamo alla 4a giornata, c’è il tempo per recuperare. Però chi ha più da perdere è l’Inter. Conte pensavo non rimanesse dopo lo sfogo di fine torneo, evidentemente lo strappo è stato ricucito. Ora non può fallire: deve vincere lo scudetto. Ha avuto Vidal e Hakimi, è rimasto Lautaro, ha una squadra più forte dello scorso anno. Pirlo diventerà un grande allenatore, ma è al suo primo anno. Conte è obbligato a fermare gli scudetti di fila della Juve”.
Ibra o Lukaku: “Zlatan è il miglior giocatore del campionato: lui è il Milan ma non so se basterà. Lukaku è giovane, bravo e forte, ma non c’è paragone. A 39 anni la forza fisica non basta, serve la qualità e Ibra ne ha tanta: dopo Ronaldo il Fenomeno e Van Basten c’è lui“.
L’analisi del derby: “Inter favorita ma Ibra può ribaltare tutto se il Covid non gli ha tolto forza. Il rendimento di Zlatan e Lukaku dipende da come verranno serviti da Lautaro e Chalanoglu. Il Toro è migliorato e mi ricorda Aguero“.
Su Eriksen: “C’è un problema tattico. A Conte quel tipo di giocatore non piace, ma Eriksen è un top player, un campione: in nazionale segna sempre, in Premier League era un fenomeno e piaceva al Real. Conte è un grande allenatore ma a lui piacciono quelli alla Vidal che danno intensità. Il primo anno alla Juve Antonio voleva partire col 4-2-4, poi è arrivato Pirlo e quasi non lo voleva… ma al tempo stesso è stata la sua fortuna”.
La lotta scudetto: “Inter e poi Juve. Ma occhio all’Atalanta: Ilicic è un giocatore favoloso, se torna in forma può accadere di tutto. Il Milan? Lotterà per il 4° posto con Lazio, Napoli e Roma ma non sarà facile arrivare in Champions”.
I ricordi nei derby: “Ho segnato in tutte le stracittadine. Il mio amico Dacourt diceva: “I derby sono grandi partite per grandi giocatori”: era normale che io segnassi… (ride). Certo quando nel tunnel ti trovavi di fronte Samuel ti spaventavi subito”.
Doppio ex: “A chi ho dato di più? Al Milan. Ho vinto uno scudetto bellissimo e una Supercoppa Italiana. Devo la vita a questo club che mi ha strappato alla morte quando ho avuto il problema al cuore: Berlusconi e Galliani mi hanno trattato come un figlio. Con Galliani però in Cina ci litigai di brutto: chiedevo il rinnovo, lui rimandava il discorso, allora chiesi la cessione e andai all’Inter. Un sogno da bambino che si realizzava. Lì ho incontrato due fratelli, Ausilio e Branca. Andavo molto d’accordo con Nagatomo, lo sento ancora. Prima di un derby entrai nella sua stanza alle 4 del mattino: dormiva con la mascherina sugli occhi, saltò per aria come un grillo (ride)”..
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