Inter-Milan, la lavagna tattica: tutto nelle mani di Palacio, c’è lo spauracchio Kakà
In mezzo a tempeste istituzionali, con forti venti di chiusura settore e temporaleschi fenomeni di mancate coreografie, la parola finalmente va al campo. Mai come quest’anno sarà un Derby in tono minore, con entrambe le squadre tutt’altro che vicine ai propri obiettivi stagionali e per questo motivo vero e proprio crocevia della stagione.
I PRECEDENTI – Sarà il 91esimo Derby giocato in Serie A con l’Inter padrona di casa, nelle precedenti 90 volte la squadra nerazzurra si è affermata 32 volte contro le 29 del Milan, 29 anche i pareggi. Delle citate affermazioni della Beneamata, ben 6 sono arrivate negli ultimi 8 derby, che hanno visto una perfetta alternanza di esiti nelle ultime 3 occasioni. Dei 134 gol fatti dall’Inter, ben 6 sono arrivati in una sola partita (6-5 nel 1949), così come dei 124 gol subiti pari numero di gol fu subito nel 2001 (0-6). Nel computo generale, che comprende tutte le competizioni e le partite a campi invertiti, il Milan non vince un Derby dall’Agosto 2011 (2-1 a Pechino nella Supercoppa italiana), mentre l’Inter vinse 1-0 in casa dei cugini poco più di un anno fa (con gol di Samuel). IL MODULO – Per l’Inter non cambia il fedele 3-5-1-1 che accompagna i nerazzurri fin dall’avvio di stagione: con la squalifica di Alvarez la squadra di Mazzarri perde un’importante fetta di imprevedibilità e qualità a cui potrà probabilmente supplire Kovacic, che va verso l’impiego da seconda punta nonostante abbia fornito la sua prestazione migliore dell’anno, due settimane fa contro il Parma, giocando 30 metri più indietro da interno di centrocampo. Sarà quello il ruolo che occuperà quasi certamente Guarin, preferito al croato per una questione di fisicità che il centrocampo avversario alza con De Jong e l’ex Muntari; l’alternativa potrà essere Taider sulla cerniera dei centrocampisti e il colombiano dietro la punta (che sarà, manco a dirlo, Rodrigo Palacio) con lo stesso Kovacic dirottato in panchina. Certi gli utilizzi di Zanetti a metacampo e Rolando in difesa, in luogo di Ranocchia o Campagnaro che si giocano l’ultima maglia a disposizione in una difesa che conterà certamente su Juan Jesus per evitare di farsi prendere in velocità. Dall’altra parte c’è un Milan a cui non è sfuggito il momento di difficoltà della difesa nerazzurra (7 gol incassati nelle ultime due partite di campionato ) e che anche per questo proporrà un tridente offensivo con Kakà, Balotelli e Matri a creare i grattacapi per la retroguardia di casa. Difesa a 4 e cerniera di centrocampisti molto muscolari, complice la squalifica di Montolivo, nel tentativo di equlibrare lo schieramento L’ OCCHIO DI RIGUARDO – E’ Kakà, cavallo di ritorno a Milanello, uno dei pericoli più costanti per la squadra di Mazzarri: oltre a un eccellente feeling con il gol nei derby, il brasiliano è soprattutto la fonte di gioco in verticale che la squalifica di Ricky Alvarez farà mancare all’Inter nonchè un leader carismatico di una squadra in cui è lui il giocatore a cui sono riconosciute le maggiori qualità. Di Mario Balotelli sappiamo tutto fin troppo bene: assolutamente vietato concedergli spazio per il tiro da fuori così come andranno limitati al massimo i falli all’interno dei 30 metri in cui qualunque mattonella può essere quella buona per il numero 45 ex nerazzurro. Attenzione anche a Mattia De Sciglio, uno dei più attivi della sua squadra nel match contro la Roma, che agirà a destra in corrispondenza di una fascia spesso punto debole della fase di non possesso interista; fondamentali saranno in questo senso i raddoppi dei centrocampisti che si dovranno occupare del talentino rossonero ed azzurro in prima battuta, impedendogli di raggiungere il fondo. DOVE PUNTARE – Il Milan è in crescita atletica a differenza dell’Inter che sembra invece in calo dopo un brillante avvio di stagione: ciò non toglie che i nerazzurri contano sul miglior attacco della Serie A (36 gol) che impatterà con una difesa capace di subire 25 reti in 16 partite, 4 in più dei nerazzurri. E’ Rodrigo Palacio il vero braccio armato della squadra di Mazzarri, capocannoniere della squadra e punto di riferimento in attacco: la sua rapidità ed intelligenza tattica possono mettere in difficoltà il convalescente Bonera ed il discontinuo Zapata, a patto che la seconda punta sappia creare lo spazio giusto e dialogare a dovere con l’attaccante argentino. In questo senso gli inserimenti dei centrocampisti potrebbero fare la differenza; uno come Fredy Guarin potrebbe ad esempio trovare la via del gol arrivando dalle retrovie per raccogliere i rifornimenti che arriveranno dagli esterni. Ed a proposito di laterali, ci sono infine buone chances di lasciare il segno sul match anche per Jonathan, che troverà sulla sua strada un Emanuelson non al meglio e riacciuffato all’ultimo momento per giocare questa partita: il fluidificante che stiamo vedendo quest’anno, abituato ad andare costantemente all’ uno contro uno, potrà certamente dire la sua in questo Derby.