FOCUS – Giovane, fragile e in cerca di riscatto
Inter Napoli Mazzarri: un’Inter giovane e fragile cerca riscatto contro i partenopei
Capitano stagioni dove ogni tassello del mosaico si incastra alla perfezione, anche dopo vicende turbolente, giri immensi e inspiegabili, difficoltà che sembrano insuperabili. Capitano stagioni in cui fai di tutto per trovare l’unico tassello che manca, per completare il tuo mosaico, ma non ci riesci. Provi a cercarlo ovunque, cambi l’ordine delle cose, provi a cambiare te stesso e tutto quello che ruota intorno, ma inutilmente.
Se questa stagione sia del primo o del secondo tipo, lo scopriremo solo vivendo ma di certo, i segnali che arrivano giorno dopo giorno dalla base nerazzurra, non sono confortanti. Inizi che sembra che tutte le cose funzionino alla perfezione, zero gol subiti e una squadra che funziona a meraviglia, in campionato come in Europa League, poi prendi 7 gol in due partite con gli stessi uomini che avevano dato prova, poco prima, di impressionante solidità. L’Inter è fragile mentalmente, una caduta, una semplice battuta d’arresto può portare a sgretolarsi un castello che sembrava essere solido. Un bullone svitato porta al malfunzionamento dell’intera macchina, succede così sugli schermi nerazzurri e non è la prima volta.
Mancano i leader in questa squadra. Il rinnovamento necessario e dovuto, con l’addio agli eroi del Triplete, porta necessariamente ad una serie di scosse di assestamento. Questa Inter subisce un’umiliazione come quella di Cagliari in maniera esponenziale, insacca al momento e continua ad insaccare a distanza di settimane, il pallone scotta, l’immagine data ai tifosi terrorizza i giocatori che sentono di dover strafare o peggio rinunciano a priori a metterci impegno.
La rabbia principale, in tutto l’ambiente, è data dalla sconfitta contro la Fiorentina: giocatori molli, nessuna scintilla che innesca una minima reazione, rassegnazione totale verso un’altra serata da incubo. Facendo l’avvocato del diavolo si potrebbero constastare due cose: i giocatori non hanno la necessaria concorrenza che gli permetterebbe di rendere al meglio e nello spogliatoio, di sicuro unito e armonioso, manca un profilo che abbia il carattere necessario per dare la scossa e perché no per riprendere chi non sta rendendo al massimo delle sue potenzialità.
Sul primo aspetto, tutto deriva da una rosa ridotta all’osso, vuoi per le scelte di mercato (mancano almeno un difensore centrale e una punta), vuoi per la mole impressionate di infortuni. Giocano sempre gli stessi e questo non è un dramma, anzi, è auspicabile che una squadra vinca con un undici e mantenga sempre lo stesso, tuttavia la nuvola di Fantozzi sembra essersi spostata alla Pinetina e all’infortunio lungo di Osvaldo, ha aggiunto freschi freschi di giornata anche quelli di D’Ambrosio, Kovacic e Ranocchia. A Napoli i forfait erano cosa rara ai tempi di Mazzarri, poi si arriva nel triangolo delle Bermuda nerazzurre e tutto cambia…chissà perché. Mettiamoci poi che ci sono sostituti che non sono proprio all’altezza dei primi undici e il dado è tratto.
Sul secondo problema, appare impietoso fare un paragone con l’Inter di Mourinho che vinceva le partite in 9, con l’arbitro contro e in ogni situazione possibile. Quella era altra squadra con giocatori di altra caratura e alla fine di un ciclo di maturazione, tuttavia, tornando ad oggi, è allarmante la fragilità di alcuni componenti. Ranocchia è appena diventato capitano e dopo un mostro sacro come Zanetti, ha bisogno di tempo, è un ragazzo pulito e di valori, dalle buone potenzialità, forse carente proprio in personalità. Giovani come Juan,Kovacic e Icardi non hanno ancora il piglio giusto per sapersi rialzare subito dopo una botta, gente come Guarin ed Hernanes deve ritrovarsi prima come calciatore e poi come leader e chi potrebbe esserlo, Vidic e Medel, è arrivato da troppo poco tempo per poter imporre da subito il proprio marchio.
Nel bel mezzo della burrasca, sperando e scongiurando che non ci siano più altri pezzi che cadono dal cornicione nerazzurro, arriva il Napoli, avversario diretto per quel terzo posto che al momento sembra molto lontano ma che rimane obbligatoriamente obiettivo per tutto l’ambiente nerazzurro. Il gruppo si forma e si tempra nelle difficoltà: sta ai giocatori nerazzurri decidere di lottare sotto la guida dello stesso generale o decidere di morire. Tra pochi giorni la parola al campo che, come al solito, sarà sovrano.