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Barella, Bastoni &Co: così è nata l’InterNazionale. Dov’è ora la “conta” degli stranieri?

“L’ultima volta che abbiamo vinto una Champions League è stato con l’Inter. E in quella squadra non c’era nemmeno un italiano. Questa è assolutamente, a parer mio, una vergogna”.

Qualche anno fa Arrigo Sacchi ricordava e commentava così i successi dell’Inter targata Mourinho, capace in quell’anno di vincere qualsiasi cosa. La prima squadra italiana a conquistare il Triplete, un orgoglio per un intero Paese ma non per tutti.

Massimo Moratti, Getty Images

Sacchi non è stato purtroppo l’unico. Per molti anni infatti diversi addetti ai lavori hanno puntato il dito contro l’Inter e contro Moratti, facendo leva sulla poca “italianità” della squadra. Troppi giocatori stranieri acquistati, pochi giocatori azzurri in squadra, in Primavera e via dicendo.

Critiche sollevate per il solo gusto di remare contro l’Inter. Dimenticando in primis l’origine del club e il concetto racchiuso nel suo nome, sancito al momento della sua nascita: “Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”.

Che l’Inter sia più esposta a critiche, polemiche e attacchi da parte dei media, di certo non lo scopriamo oggi. La diatriba però sugli stranieri magicamente, da un giorno all’altro, sembra non interessare davvero più nessuno.

Piero Ausilio, Antonio Conte, Steven Zhang e Giuseppe Marotta, Getty Images

Padelli, Ranocchia, D’Ambrosio, Bastoni, Darmian, Sensi, Gagliardini, Barella e Pinamonti. Agli azzurri presenti in rosa quest’anno, vanno aggiunti Biraghi, Candreva ed Esposito che hanno lasciato Milano solo qualche mese fa.

Una colonia azzurra davvero importante quella che si è formata alla Pinetina, voluta fortemente in primis dall’ad nerazzurro Marotta e sposata in pieno da Conte al suo arrivo sulla panchina nerazzurra.

Bastoni e Barella sono i talenti più cristallini del panorama italiano: lo hanno dimostrato con l’Inter, soprattutto contro la Juventus, ma anche con la Nazionale maggiore di Mancini. Giovani, forti e con un futuro radioso davanti: nessuno in Serie A può contare su due giocatori italiani così importanti, ma soprattutto sempre titolari. Senza dimenticare Sensi, fermato da tanti problemi muscolari, ma stimato fortemente da Conte e Mancini.

Neppure la Juventus, che per molti anni ha contribuito a fornire giocatori alla Nazionale (per altro esclusa ai Mondiali del 2018) e che oggi invece tra i titolari in vista di Euro 2021 può annoverare forse solo Bonucci. Nelle ultime sessioni di mercato la Vecchia Signora ha acquistato De Ligt, Danilo, Demiral, Ramsey, Rabiot, McKennie, Kulusevski, Morata, Cristiano Ronaldo. A questi poi vanno aggiunti Cuadrado, Bentancur, Alex Sandro e Dybala, già presenti in rosa da diversi anni.

Totale? 0 italiani. E allora è facile intuire perché la questione non interessi magicamente più nessuno.

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Raffaele Caruso

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