Anche La Gazzetta dello Sport fa dietrofront dopo l’indiscrezione lanciata stamani sulla versione cartacea della rosea. L’Fc Internazionale avrà sempre la stessa ragione sociale, come annunciato da La Repubblica, lancerà il brand Inter Milano e il logo, non ancora svelato ufficialmente, diventerà appunto “I” ed “M”.
Resta comunque una svolta epocale per l’ambiente nerazzurro, che continua a far discutere tanto dalle prime ore del mattino. Tra critiche e petizioni, c’è chi però sembra aver capito le ragioni di tale scelta.
“L’Inter ha messo in atto una campagna per studiare un nuovo marchio che mantenga la tradizione storica e il Dna, ma al tempo stesso che parli ai giovani identificando ancor di più l’Inter con Milano, città in costante crescita internazionale. Al netto della pandemia. Una campagna che ha coinvolto alcuni tra i designer più famosi del mondo, ma anche gli stessi tifosi e molti ex giocatori”, si legge sulla Rosea.
Una logica che va a braccetto con quelle del mercato. Chi si occupa di queste cose è alla costante ricerca della novità che stimoli le nuove fasce emergenti di clientela. Tra queste c’è sicuramente il “rebranding”, cioè l’insieme di azioni con cui i manager di un’azienda apportano delle modifiche al brand (marchio) al fine di riposizionare il prodotto sul mercato differenziandolo da quello della concorrenza e rendendolo maggiormente attraente.
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