PREPARATI AL MATCH – Tutto su Inter-Palermo
Il posticipo della 22^ giornata di Serie A vede opposta l’Inter di Roberto Mancini al Palermo di Giuseppe Iachini: i nerazzurri devono provare a sfruttare il passo falso di Milan e Sampdoria e dello scontro diretto di domani tra Lazio e Genoa per guadagnare punti sulle dirette concorrenti per l’Europa ma soprattutto per ritrovare quel successo che manca da quasi un mese e che darebbe morale e convinzione a tutto l’ambiente. L’impegno contro i rosanero però cade in un momento di ottima forma dei siciliani, che nel mercato invernale non si sono rinforzati particolarmente ma, cosa che più conta, non si sono nemmeno indeboliti: Vazquez e Dybala sono gli spauracchi numero uno per Ranocchia e compagni. Ma andiamo per gradi.
LA STORIA – Il primo Inter-Palermo della storia del calcio si è giocato per la prima volta a San Siro nel 1933: 5-1 per i padroni di casa, che al termina della stagione arrivarono secondi in classifica dietro la capolista Juventus. Da allora ci sono state solo altre 28 partite tra le due compagini, di cui tre di Coppa Italia: in totale si contano venti successi dell’Inter, uno solo del Palermo (1-2 nel 1980) e otto pareggi. L’ultimo di questi è datato 1 febbraio 2012 ed è stato uno scoppiettante 4-4 con il poker di Milito, la tripletta di Miccoli e il gol di Mantovani a fissare il risultato finale. Inter-Palermo è stata anche la finale di Coppa Italia nel 2011: i gol di Eto’o (2) e sempre del Principe resero vana la realizzazione di Munoz e regalarono il trofeo ai nerazzurri.
IL PRESENTE – Quella del maggio di quattro anni fa fu l’ultima coppa portata in bacheca dalla squadra di Milano: da allora si è aperta una fase di ricostruzione che sta durando fin troppo e che non è ancora arrivata a compimento per diversi motivi: acquisti sbagliati, allenatori non adatti alle circostanze, infortuni numerosissimi e un po’ di sfortuna di fondo che non guasta mai. Anche il Palermo, da allora, ne ha vissute di tutti i colori: i rosanero si sono imbattuti addirittura in una imprevedibile retrocessione alla fine della stagione 2012-2013, ma sono riusciti a ritornare nella massima serie nel giro di un anno grazie ai gol e alle giocate dei due italo-argentini citati in apertura di articolo, i quali oggi costituiscono la più importante risorsa tecnica della rosa di Zamparini e che già in estate potrebbero rappresentare la più ricca risorsa economica per le casse del presidente. Al momento il Palermo sta conducendo un campionato tranquillo, pienamente soddisfacente e senza mai troppi patemi d’animo per una salvezza che può arrivare con molta serenità. Mancini invece deve fare i conti con una piazza delusa e piena di tensione (come ha dimostrato l’episodio tra Icardi e i tifosi di domenica scorsa) ma la fiducia nel tecnico di Jesi è incondizionata: da lui e dai nuovi acquisti (Shaqiri, Podolski, Santon, Brozovic) ci si aspetta molto.
LE FORMAZIONI – Secondo le ultime indiscrezioni, l’ex allenatore di City e Galatasaray conferma la virata su un più equilibrato 4-3-3 già sperimentato a Napoli. Handanovic proteggerà i pali; in difesa giocheranno Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus e Santon (D’Ambrosio e Vidic sono infortunati); scelta coraggiosa a centrocampo, dove Medele Guarin lasceranno spazio a Brozovic e Kuzmanovic accanto a Kovacic; in avanti sono sicuri del posto solo Icardi e Shaqiri, mentre Puscas e Podolski si giocano l’ultima maglia disponibile. Il Palermo deve rinunciare ai soliti Maresca e Vitiello oltre allo squalificato Andelkovic, ma si affida al collaudato 3-5-2 con Sorrentino in porta, Terzi, Gonzalez e Daprelà in difesa, Morganella, Rigoni, Jajalo, Barreto e Lazaar a centrocampo e i gemelli del gol Vazquez e Dybala in avanti.
L’OCCHIO TATTICO – Il nuovo modulo, già visto in Coppa Italia, sembra al momento uno dei pochi “sostenibili” dall’undici nerazzurro: l’unica perplessità riguarda i movimenti offensivi del trio d’attacco, in quanto Icardi, che nell’ultimo periodo dà poca profondità non è ben coadiuvato benissimo dagli esterni. Shaqiri e Podoloski (o Puscas) sono soliti attendere il passaggio sui piedi e non dettarlo con tagli verso il centro che liberino spazio all’avanzata dei terzini o dei centrocampisti. Contro il Palermo, che si difende con almeno 6-7 uomini di cui 5 in linea ci sarà molto da soffrire soprattutto per gli spazi intasati che non permetteranno una manovra veloce per gli uomini di Mancini. In fase difensiva invece c’è da raddoppiare (se non triplicare) gli sforzi per star dietro al sempre pimpante Dybala: la veloce punta è dotata di grandissima tecnica e di una rapidità d’esecuzione degna dei migliori centravanti del mondo e quando viene servito in profondità sa saltare benissimo l’avversario. Ranocchia e compagni sono avvisati: c’è bisogno di molta concentrazione, dal primo al 95esimo minuto.
di Gianluigi Valente