Tajon Buchanan è arrivato nel calciomercato di gennaio dal Bruges e, almeno sulla carta, doveva essere il vice Dumfries per poi ritagliarsi un ruolo da protagonista in vista della prossima stagione (considerato anche il futuro incerto dell’olandese).
I suoi primi tre mesi all’Inter, tuttavia, sono stati caratterizzati da uno scarso impiego da parte di Simone Inzaghi, che gli ha riservato solo tre spezzoni a partita in corso contro Salernitana, Lecce e Napoli per un totale di 33 minuti in campo e ben 12 partite guardate interamente dalla panchina. Secondo La Gazzetta dello Sport, tuttavia, nessuno ad Appiano Gentile ha perso fiducia nei suoi confronti e le sue doti in allenamento sono state ampiamente apprezzate. Ci sono però principalmente tre motivi per i quali il canadese non sta giocando.
Il primo: gli equilibri sulla fascia destra. Con un Denzel Dumfries che dopo l’infortunio di dicembre non ha mai mostrato con continuità gli standard di rendimento ammirati nella prima fase di stagione, Inzaghi ha preferito non rischiare affidandosi all’usato sicuro di nome Matteo Darmian.
Il secondo: il calendario fitto di impegni caratterizzato da una posta in palio elevata. Al momento dell’arrivo di Buchanan a Milano, infatti, i nerazzurri erano impiegati in una serrata lotta punto a punto per lo scudetto con la Juventus e solo sul finire di febbraio sono riusciti a prendere il largo, arrivando ai 14 punti di vantaggio attuali. Andare avanti in Champions League, inoltre, era considerato un obiettivo dalle parti di Viale della Liberazione e per questo si è deciso di puntare sull’affidabilità. In questo finale di stagione, l’impressione è che Inzaghi voglia chiudere i conti per lo scudetto matematico impiegando i titolarissimi, prima di dare spazio alle rotazioni nelle quali potrebbe rientrare pure Buchanan, anche se bisogna tenere conto dei possibili record da inseguire.
Il terzo: le modalità di gestione dei nuovi acquisti da parte di Simone Inzaghi. Il tecnico piacentino, soprattutto nei mesi iniziali, è abituato a fare inserire gradualmente i nuovi arrivati: è successo con Asllani l’anno scorso e adesso l’albanese sta giocando di più; sta accadendo anche a un centrocampista con ampia conoscenza della Serie A come Frattesi. Il discorso vale, a maggior ragione, per un esterno che non ha mai giocato in Italia e deve apprendere concetti, meccanismi e aspetti tattici caratteristici del nostro campionato.
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