Da Paramithiotti a Moratti e Marotta: tutti i presidenti della storia dell’Inter
Tutti i presidenti nella storia del club nerazzurro
IL SECONDO MORATTI
Il 1995 è un anno fortunato per la storia dell’Inter. Alla presidenza del club torna infatti una figura il cui solo cognome rievoca dolci ricordi: Massimo Moratti. Il figlio del presidentissimo degli anni ’60 ha cercato a lungo di resistere al richiamo della grande passione di famiglia, ma la tentazione è stata troppo forte. I primi anni sono pieni di difficoltà e insoddisfazioni: Moratti acquista vagonate di calciatori che si rivelano sopravvalutati o inadatti al nostro calcio. Così come gli allenatori, che cambia con allarmante frequenza, alla perenne ricerca del suo Helenio Herrera. Nel 1997 regala ai tifosi il calciatore più forte del mondo, uno dei migliori di tutti i tempi: un alieno che risponde al nome di Ronaldo. Il fenomeno illuderà tutti di poter aprire già all’epoca un’epopea di successi, portando a Milano da protagonista la Coppa Uefa del 1998. Gli infortuni, la sfortuna e un sistema calcistico italiano non propriamente limpidissimo però impediranno l’esaudirsi del sogno e l’amore col Fenomeno finirà nel 2002. Gli insuccessi continuarono nonostante gli investimenti faraonici (750 milioni di euro stimati nel primo periodo di presidenza) e, preso dallo sconforto, Moratti lasciò la presidenza nel 2004, cedendo l’incarico a Giacinto Facchetti, leggendario terzino della Grande Inter di suo padre. Moratti mantenne solamente la proprietà del club senza esserne effettivamente proprietario.
Con la prematura scomparsa di Facchetti nel settembre 2006, Moratti, anche per un dovere morale nei confronti dell’amico di lunga data, decise di riprendere le redini societarie, più deciso che mai a portare la squadra sul tetto del mondo. Complice l’esplosione proprio in quella estate di Calciopoli, che punì i successi ottenuti in maniera illecita dalla Juventus, e l’arrivo in panchina di Roberto Mancini, l’Inter riaprì un ciclo importante di vittorie. Sotto la guida del ‘Mancio’ e con un nuovo idolo in campo come Zlatan Ibrahimovic, i nerazzurri vinsero infatti 3 scudetti (uno a tavolino), 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Moratti però bramava l’Europa e perciò, nonostante i successi in Italia di Mancini, decise di esonerarlo per puntare a quello che vedeva come il suo Mago, il suo Herrera, José Mourinho. Con lo Special One al comando, dopo 45 anni di attesa, l’Inter tornò sul tetto d’Europa nel 2010, vincendo la terza Coppa dei Campioni e mettendo a segno un’impresa mai riuscita prima, e nemmeno dopo, nel calcio italiano: il Triplete (Campionato, Coppa Nazionale e Champions League).
Chiusa la parentesi straordinaria di Mourinho, l’Inter di Moratti vinse ancora tre trofei: una Supercoppa Italiana ed il Mondiale per Club con Rafa Benitez e una Coppa Italia con Leonardo. Nel novembre del 2013, dopo 18 anni di presidenza (la più longeva), Moratti abdica a favore di Erick Thohir.