Inter-Samp, la lavagna tattica: Zanetti a sinistra e Guarin trequartista
di Gianluigi Valente
A guardare la classifica la gara di oggi tra Inter e Sampdoria potrebbe sembrare la più scontata del giorno: i 26 punti totalizzati dai ragazzi di Mazzarri infondono sicuramente più fiducia rispetto ai 10 dei blucerchiati, che hanno fatto così male nelle prime tredici giornate da costringere il presidente Garrone a un cambio in panchina. E si sa, quando c’è un avvicendamento alla guida tecnica (non ce ne voglia il buon Delio Rossi), le prime partite col nuovo allenatore sono sempre tutta un’altra storia rispetto al passato: una buona dimostrazione della nostra tesi è stato il match casalingo di domenica pomeriggio contro la Lazio, quando i genovesi hanno rischiato di fare subito i tre punti, prima di essere riacciuffati in extremis da un bel gol di Cana. Mihajlovic, nuovo mister della Samp, c’ha messo poco a infondere ai suoi la grinta e la voglia che sembravano aver ormai smarrito; la partita di oggi potrebbe dare degli indizi per capire se è stato così bravo da riuscire a innestare anche nuove idee. Mazzarri, da par suo, ha finalmente potuto lavorare una settimana intera e senza interruzioni con Palacio e compagni e punta ad allungare l’ottima serie positiva contro i doriani sfruttando, come vedremo, il credo tattico a tinte nerazzurre a cui fa ricorso da settembre.
LA STORIA – A San Siro Inter-Sampdoria è andata in scena 61 volte, da quando la società genovese, nata nel 1946 dall’unione tra la Sampiedarenese e l’Andrea Doria, milita nella massima serie. Era il 1947 quando Zapirain e Campatelli inflissero la prima sconfitta ai blucerchiati: da allora sono seguite altri 35 successi nerazzurri, 18 pareggi e 7 vittorie degli ospiti, l’ultima delle quali è datata 15 dicembre 1996, giorno in cui la Samp si impose a Milano con un 4-3 rocambolesco (ribaltando il 3-2 negli ultimi dieci minuti con Franceschetti e Mancini). Da allora, si sono registrati anche cinque pareggi, tra cui lo 0-0 dell’anno del Triplete con Mourinho catalizzatore di tutte le attenzioni grazie al famoso gesto delle manette. Tanto è cambiato da quel febbraio del 2010: quest’oggi in palio non ci sono Scudetto e Champions League, ma ci sono un terzo posto per i nerazzurri e la possibilità di rendersi credibili agli occhi dei propri tifosi per la Samp.
IL MODULO – Come abbiamo già affermato, Mazzarri ha scelto di continuare sulla strada del 3-5-1-1: Campagnaro, Rolando e Juan Jesus proteggeranno la porta di Samir Handanovic; dunque ancora fiducia per il centrale ex Porto e Napoli, che ha dimostrato di poter fare bene in quel ruolo nevralgico non solo da un punto di vista difensivo ma anche per una prima fase di impostazione. A centrocampo accanto al perno centrale Cambiasso ci saranno Taider e Alvarez, ancora relegato al ruolo di mezzala, con Jonathan e Zanetti, favorito su Pereira, rispettivamente a destra e sinistra; in avanti confermatissimo (e non potrebbe essere diversamente) Palacio con alle spalle Guarin. Pronti a subentrare dalla panchina i vari Kovacic, Belfodil, Pereira.
OCCHIO DI RIGUARDO – Il 3-5-1-1 di Mazzarri dovrebbe poter garantire una certa superiorità numerica a centrocampo, dove Sinisa Mihajlovic, grande ex, ha deciso di schierare una linea mediana di due soli giocatori, Palombo e Obiang, distruttori di gioco. Se li aggiungiamo ai quattro difensori di linea, è facile intuire che la densità doriana è tutta spostata verso la porta difesa da Da Costa, e quindi si può prevedere una gara in cui l’Inter dovrà fondare il proprio gioco non sulla velocità o sui contropiede, ma sulla manovra ragionata e sul giro palla in modo da sfiancare i tanti difensori avversari. Senza però dimenticare che Gabbiadini, Eder e Soriano, potrebbero rappresentare delle spine nel fianco per le ripartenze. Fondamentale sarà dunque non perdere palloni a centrocampo e non concedere ai trequartisti della Samp di imbeccare Nicola Pozzi, che agirà da punta.
DOVE PUNTARE – Se dovessimo individuare una carta vincente per i nerazzurri, romanticamente ci piacerebbe che fosse la grinta di Zanetti sulla fascia sinistra (oggi al rientro da titolare) a portare la squadra al successo. Ma da un punto di vista squisitamente tattico, crediamo che l’avvicendamento tra Guarin e Alvarez dietro la punta Palacio potrebbe risultare una proficua variante tattica. Probabilmente la scelta di Mazzarri è dettata dalla necessità di sfruttare il tiro di Guarin dal limite dell’area e di non rischiare l’inferiorità numerica soprattutto quando lo Sampdoria ripartirà in velocità: il colombiano non ci appare in grandissima forma e in grado di correre quanto dovrebbe fare una mezzala. In quella posizione, però, Alvarez non sta rendendo quanto da trequartista, dato che si trova sempre lontano dalla porta. Per questo ci auspichiamo che un ingresso di Kovacic a gara in corso possa far giocare l’argentino più vicino all’area di rigore avversaria e a Palacio, con cui c’è un’intesa invidiabile. Gli ingredienti per un gran match ci sono tutti: appuntamento a San Siro alle 15.00!