La prima a partire in Italia è stata la Juventus, che ora sta raccogliendo i frutti con diversi calciatori costruiti in casa e aggregati in prima squadra. Dopo i bianconeri, altre società si stanno muovendo: dalla Roma al Milan passando per il Monza. E l’Inter?
Da tempo si discute sul perché la società nerazzurra non ha ancora usufruito della possibilità di lanciare una seconda squadra da iscrivere al campionato di terza divisione. Prassi consolidata in Spagna, che permettedi crescere giovani giocatori sotto il proprio controllo per avvicinarli al professionismo e, magari, integrarli poi nelle rotazioni della squadra principale.
In un’intervista concessa al Sole 24 Ore, l’amministratore delegato corporate dell’Inter, Alessandro Antonello, ha toccato anche questo tema raccontando: “In questo momento [l’idea della seconda squadra] è sul tavolo della discussione, Beppe Marotta sta valutando cosa è meglio fare. È chiaro che vedendo le esperienze delle altre squadre può essere un modo anche per aiutare questo avvicinamento dei giovani verso il professionismo della prima squadra. L’Inter investe molto perché crede nei giovani e crede che sia la cosa corretta soprattutto in questa fase storica, avere le strutture e i professionisti per sfornare giovani da mettere a disposizione del club per raggiungere la prima squadra o anche perché c’è un mercato da fare e possono essere di sostegno al club stesso, quindi continueremo in questa direzione“.
L’idea, dunque, c’è e va nella direzione che la società vuole intraprendere per valorizzare i propri giovani. L’ostacolo principale verso la creazione della seconda squadra sembrerebbe però legato alle strutture necessarie: “Dovremo fare anche investimenti infrastrutturali per i giovani e il calcio femminile”. Ha aggiunto Antonello sottolineando la grande attenzione della società nei confronti del settore giovanile e della formazione femminile.
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