Nemmeno il tempo di riannodare i fili del post partita di Inter-Napoli che i nerazzurri sono già chiamati ad una nuova sfida, ancora a San Siro. Protagonista questa volta lo Spezia di Italiano, tra le sorprese più convincenti di questo avvio di campionato tra qualità, risultati e grandi promesse affidate ai suoi giovani. Dalla Serie B conclusa il 20 agosto scorso ai playoff al sogno della prima volta nell’Olimpo del calcio italiano: missione San Siro per i liguri, tra sogni di gloria e corse, frenetiche, verso la salvezza.
11 punti a referto in 12 partite, 17 gol fatti e un mini ciclo da paura interrotto in pieno recupero dai guantoni di Provedel. Alla sua prima volta in Serie A, lo Spezia prova a cavalcare l’onda delle acque tranquille di classifica, sfruttando il momento no di Fiorentina e Torino per accumulare punti e solidità in questo pazzo avvio di campionato.
Le due vittorie in Serie A per i liguri sono arrivate alla Dacia Arena (0-2 contro l’Udinese) e a Benevento, nello scontro salvezza indirizzato da Pobega e dalla doppietta letale di Nzola. 17 gol fatti (uno in più del Verona, settimo in classifica), 25 invece quelli subiti, da seconda peggior difesa del campionato insieme al Crotone e alle spalle solo del Torino, a quota 30.
Quello del Vigorito, datato 7 novembre, è l’ultimo sorriso dello Spezia in campionato: da quel giorno sono arrivati 3 pareggi (contro Atalanta, Cagliari e Bologna) e 2 sconfitte, nel testa a testa con la Lazio e nella difficile trasferta, preziosa per la salvezza, di Crotone. Col Bologna la prima gara di Serie A giocata finalmente a La Spezia dopo il periodo di transizione vissuto a Cesena. Doppio vantaggio, rimonta rossoblù al 90° e dramma evitato in pieno recupero dagli undici metri. La squadra di Italiano, in A, non vive senza adrenalina.
4-3-3, qualità e fiducia nel fraseggio continuo e costante, contro ogni avversario. La cura Italiano è ossigeno per lo Spezia: con l’ex centrocampista in panchina, i liguri sono riusciti a laurearsi come terza forza della passata Serie B, centrando la promozione via playoff in un campionato dominato dal Benevento ma che ha visto gli aquilotti raccogliere spesso segnali positivi.
La filosofia di gioco è la stessa in casa Spezia dall’estate del 2019, quando Vincenzo Italiano – fresco vincitore dei playoff di Serie C con il Trapani – ha scelto di sposare il progetto dei liguri. 17 vittorie, 10 pareggi e 11 sconfitte: il bilancio degli aquilotti racconta di un terzo posto in campionato e del pass strappato ancora una volta per i playoff. Contro il Chievo il buio e la rinascita, nonostante le differenze d’esperienza e abitudine per determinati scenari da brividi: sotto 2-0 all’andata, nel match di ritorno lo Spezia vince 3-1, approda in finale e supera anche il Frosinone, tagliando il traguardo della Serie A.
Triplo salto da sogno per Italiano: nel 2018 era in Serie D con l’Arzignano Valchiampo ed oggi, due anni dopo, sogna San Siro con il suo Spezia, affidando speranze e risultati ai meccanismi di gioco che dettano i tempi, ormai automatizzati, dei liguri in Serie A.
Se fossimo su un ring, sarebbero ai due angoli opposti, pronti a darsi battaglia. Romelu Lukaku da una parte, M’Bala Nzola dall’altra. I guantoni del belga classe ’93 contro l’energia del francese ventiquattrenne: sono loro i maggiori indiziati per catturare i riflettori di San Siro, raccontando a suon di gol i loro numeri impressionanti.
Il centravanti dell’Inter è uno dei tre giocatori in doppia cifra per gol in tutte le ultime nove stagioni dei cinque maggiori campionati europei. Insieme a lui ci sono alcuni tra i migliori attaccanti di sempre, Cristiano Ronaldo e Robert Lewandowski, utili per raccontare il peso di centravanti implacabile sia in Premier League che, soprattutto, in Serie A. Contro lo Spezia festeggerà le 300 presenze nei top 5 campionati d’Europa. Dal suo esordio con il Chelsea (stagione 2011/2012) ha lasciato il segno contro 42 squadre diverse: solo Dzeko, nello stesso periodo tra Premier e Serie A, è riuscito a far meglio (48).
Nei panni dell’outsider, M’Bala Nzola al suo primo anno di massima serie italiana ha realizzato 6 gol con soli 8 tiri in porta effettuati in stagione: tra i calciatori con almeno sei reti in campionato, l’attaccante dello Spezia è il più giovane. Classe ’96 con due doppiette all’attivo (contro Benevento e Bologna) insieme ai centri con Cagliari e Lazio. Italiano ha scelto di puntare tutto su di lui dopo la fantastica stagione vissuta insieme al Trapani, dove realizzò il gol promozione: l’anno scorso allo Spezia è arrivato a gennaio ed oggi si sta laureando tra le sorprese più belle di questo avvio di Serie A.
Su 35 calciatori in rosa, 30 sono nati negli anni ’90. Soltanto in 5 hanno più di trent’anni: si tratta di Rafael (38), Terzi (36), Bartolomei (31), Mora (32) e Galabinov (32). Secondo Transfermarkt, la rosa dello Spezia è la quarta più giovane del campionato: 26,1 di media dietro Milan (25,0), Hellas Verona (25,8) e Cagliari (26,0). Ma è anche la terza con il valore di mercato più basso in termini di squadra: 48,15 milioni dietro Crotone (43,70) e Benevento (45,61).
Statistiche che raccontano chiaramente il percorso intrapreso dallo Spezia, fondato sulla valorizzazione dei giovani legati in maniera indissolubile al credo calcistico professato da Italiano. In molti stanno conquistando l’attenzione del grande pubblico nonostante l’età e gli equilibri di una squadra approdata in Serie A a poche settimane dall’inizio del campionato nel marasma alimentato dall’emergenza Covid-19. Ma tra le stelle più luminose dei liguri si fa largo la luce della classe ’98, con piccolissime eccezioni.
Chabot, Erlic, Marchizza e Salva Ferrer in difesa, Maggiore a centrocampo, Agudelo a supporto dell’attacco, tutti classe ’98. Insieme a loro, il talento di Pobega (’99) in mezzo e l’inarrestabile Nzola (’96) in attacco. Giovani con grandissime prospettive che stanno collezionando minuti e fiducia in Serie A, a 22 anni o poco più, catturando già i riflettori delle grandi. Il progetto Spezia, a stretto contatto con i giovani, è tra le scoperte più belle dell’attuale Serie A.
30 gol fatti in Serie A dall’Inter. Cifra tonda che tende, decisamente, verso il secondo tempo: 19 reti a segno dopo il 45′ e “solo” 11 invece nella prima metà di gara. Di fronte ai nerazzurri lo Spezia che, invece, nella ripresa accusa troppi cali di lucidità: 25 i gol subiti dai liguri, 17 dei quali nella ripresa. Il tallone d’Achille della difesa di Italiano che, solo negli ultimi 15′ di partita, ne incassa addirittura 7: prestare il fianco ai nerazzurri dal 75′ in poi, visti i 9 gol a referto della Beneamata, potrebbe rivelarsi letale per lo Spezia.
Tra i numeri che raccontano il campionato, l’Inter svetta in tantissime classifiche. Dai gol agli assist passando per i cross e per i chilometri percorsi. Lo Spezia invece è tra le squadre con più gol di testa (terza dietro le due milanesi e con la Sampdoria) ed anche tra le più sfortunate del campionato: 9 pali colpiti, gli stessi del Milan e dietro il Verona, primo con 11 alla vigilia del match con la Fiorentina.
In particolare però emerge soprattutto il possesso palla dei liguri, per un dato legato alla ricetta di Italiano. 26’04 in media a partita contro i 29’23 dei nerazzurri: lo Spezia è decimo in questa classifica (l’Inter quinta) ma nella propria metà campo solo Fiorentina, Sassuolo e Juventus hanno fatto meglio degli aquilotti. Un dettaglio in più da affrontare per i nerazzurri, chiamati all’esame Spezia dopo la prova, sofferta, contro il Napoli.
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