I nerazzurri di Milano non si limitano a macinare successi solo nel rettangolo di gioco. La loro sinergia ed il loro afflato va ben oltre perfino gli spogliatoi, segno che la società non è attenta alle sole prestazioni. Una delle squadre più blasonate del nostro campionato è testimone di come l’unione sia la forza.
Quello che rende una squadra davvero grande, è senza dubbio la sua coesione. Il vantaggio che spesso si ha sugli avversari afferisce ad una sfera che poco c’entra con la prestazione in campo e che riguarda tutto un altro mondo, che spesso galoppa parallelamente al pallone, ma che non è visibile se non ad uno spettatore attento.
In tutti i contesti competitivi, la cooperazione è un’arma vincente perché consente di rimanere incudine e di essere impenetrabili anche alle insidie più forti. L’Inter ha dato prova di questo: oltre alle abilità tecniche, proprie di una rosa davvero forte, ha saputo far emergere delle altre competenze, di carattere più psicologico, che alla fine ne hanno decretato il primato su tutte le altre del campionato. Essere un gruppo coeso, vuol dire non piegarsi alle difficoltà e mantenere un atteggiamento mentale risoluto che allontani paure e debolezze.
Una squadra con questo spirito, ricorda tutte quelle dinamiche che si stabiliscono intorno ad un tavolo verde. Il giocatore lo sa, serve mantenere nervi saldi, serve che le emozioni fluiscano e serve saper interpretare il sentire dell’avversario per poter far venire fuori il proprio miglior gioco o per osare. Le dinamiche piscologiche sono essenziali in qualsiasi contesto agonistico tanto nel calcio, quanto nel poker.
Come per il cinema, anche per il calcio il fuoricampo ha un ruolo fondamentale. Tutto ciò che accade al di là del rettangolo verde ha sempre delle ripercussioni sulla psicologia della squadra e sulle sue inclinazioni.
Questo non solo per ciò che riguarda la sua coesione ma anche i nuovi inserimenti. L’Inter ha un tridente fuori dal campo, composto da Marotta, Ausilio e Baccini, che lavora senza sosta nel programmare e nel cogliere le opportunità di mercato o nell’affinare le strategie che la squadra può indossare al meglio. Dal mercato si possono cogliere delle vere opportunità che consentono di modificare quelle impostazioni che possono rendere la squadra sempre più competitiva. La dirigenza può infatti plasmare una squadra per renderla quanto più performante possibile inseguendo la sola parola d’ordine che conta: vincere.
Non è solo l’equilibrio che si stabilisce sul campo a dover funzionare ma la giusta divisione di ruoli che possa rendere armonico anche ciò che sta al di fuori. Saper stare nel proprio ruolo vuol dire anche avere ottime capacità diplomatiche e di politica sportiva e di gestione del club. Alla base di questa buona gestione c’è la libertà di agire sia a livello economico che di gestione. Le azioni svolte in concerto e mirate a mantenere alto il benessere della squadra, alla lunga pagano ed i risultati degli ultimi anni dell’Inter ne sono l’evidenza.
H2. Sinergia con la tifoseria
Non meno importante nella costruzione di una identità vincente, per un club, è anche la relazione che la squadra stabilisce con i suoi tifosi. La curva non ha mai smesso di supportare il gioco dei nerazzurri. Del resto, l’essenza e lo spirito dell’attività dei tifosi si comprende solo alla luce delle caratteristiche fondanti anche della squadra. Si instaura un dialogo con il club per cui i tifosi si sentono coinvolti anche nei processi decisionali con una partecipazione diretta che assicura anche la democraticità. Coinvolgere tutte le parti interessate, sui temi legati al club che possano condurre anche ad interessanti discussioni di importanza strategica per il club e partecipare al suo capitale sociale.
L’Inter ci dimostra, giorno dopo giorno, che il vero trionfo di una squadra non si decreta solo sul campo ma anche al di fuori. Questo perché solo le grandi squadre hanno la visione e la prontezza di agire come una unica entità. Una strategia che porta con sé un approccio di successo per cui la squadra è sempre coesa sia a livello tattico che psicologico. Il rispetto dei ruoli e la libertà di lavoro garantisce un operato sempre efficace per cui ciascuno nel suo ruolo, si sente investito anche di importanti responsabilità e quindi è parte di una comunità più ampia che ha come solo obiettivo il benessere della squadra. Del resto, come accade in ogni ambito agonistico, non conta solo il gioco nel pratico ma anche come si vive l’esperienza a livello mentale, finanziario e di atteggiamento alle partite stesse. Espedienti che i giocatori di poker, ad esempio, conoscono molto bene perché riconoscono al contesto una importanza fondamentale rispetto a quanto accade direttamente sul tavolo verde.
La strategia di Marotta e Ausilio
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