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Tutto quello che c’è da sapere sul taglio degli stipendi in casa Inter

Alla fine, bene o male, qualche accordo sul decurtamento degli stipendi si troverà: non arriverà magari in seguito al discorso fatto qualche giorno fa da Steven Zhang di fronte a tutta la squadra (gli spifferi, a riguardo, parlano di una linea generale di freddezza mista a rifiuto), ma qualche punto d’incontro è lecito aspettarselo dai colloqui individuali che cominceranno nei prossimi giorni. E’ lecito aspettarselo quantomeno nell’ottica per cui Suning, oggi, ha disperatamente bisogno dell’aiuto dei propri calciatori, dopo che negli ultimi cinque anni proprio Suning ha sborsato 700 milioni di euro per colmare il fatidico gap con la Juventus e per riportare finalmente l’Inter – e dunque gli stessi calciatori – in cima al campionato italiano.

Zhang Jindong, Steven Zhang e Antonio Conte, Getty Images

Risposte ufficiali, beninteso, ancora non ce ne sono: ma nei giorni scorsi, ad Appiano Gentile, Steven Zhang ha comunicato ai calciatori quello che, in realtà, già sapevano: per restare a galla, occorre tagliare qualcosa. L’Inter punterebbe a che i calciatori rinunciassero a due mensilità del proprio stipendio, per un totale di 25 milioni lordi: e i calciatori, come detto, hanno risposto con un ‘nì’. Formalmente, una risposta potrebbe arrivare prossimamente per il tramite di capitan Handanovic, ma sostanzialmente la reazione è stata quella del rifiuto. Un piano B accettabile, piuttosto, potrebbe essere quello di rinunciare ora alle due mensilità per poi riceverle in un secondo momento.

L’ipotesi, come si dice, è al vaglio, ed è proprio da qui che – verosimilmente – prenderanno le mosse i colloqui individuali che nei prossimi giorni la proprietà intratterrà con i calciatori: perché le odierne situazioni contrattuali non sono uguali tra tutti i tesserati, e perché per alcuni, addirittura, ci sarà da aggiornarne le condizioni a prescindere dalla crisi da Covid. Praticamente, siamo all’adeguamento nell’adeguamento: Lautaro Martinez e Alessandro Bastoni, per dire, stanno discutendo il rinnovo; calciatori come D’Ambrosio e Young vanno in scadenza e le loro situazioni richiederanno inevitabilmente trattamenti diversi rispetto a quelle di profili con accordi più lunghi.

E Conte, che ne dice? Conte, per ora, è sintonizzato sulle stesse frequenze della squadra: anche se, almeno per il tecnico, il discorso sarebbe ancora una volta più complicato, essendo il suo stipendio di gran lunga il più pesante tra quelli degli allenatori di Serie A e tra quelli degli stessi tesserati nerazzurri. A proposito del tecnico, peraltro, l’altro nodo è anche quello della competitività con la quale l’Inter si presenterà ai nastri di partenza del prossimo campionato: di fatto, il progetto nerazzurro – nonostante lo Scudetto – è bloccato dallo scorso mese di agosto, e confermarsi al vertice del calcio italiano senza sfigurare in Europa potrebbe essere difficile. Il prossimo anno ci saranno le sfide con Mourinho, Spalletti e, forse, Allegri e Sarri, o forse Zidane: Zhang e Conte si incontreranno dopo la partita contro la Juventus, ma è evidente che l’altra missione dell’Inter sarà proprio quella di accontentare nuovamente il proprio allenatore, per evitare che l’esperienza nerazzurra del leccese – sin qui idilliaca – possa in futuro tradursi sul piano dei rancori delle carte bollate. Chelsea docet.

Parte delle soluzioni, intanto, potrebbe arrivare verso la metà della prossima settimana: per quel periodo, infatti, è atteso il finanziamento da 250 milioni di euro che – tra ritardi e nubi varie – è ancora in sospeso. In ballo ci sono i nomi di Bain Capital e di Oaktree, i due fondi in lizza per il maxi-finanziamento. Ed è chiaro a tutti come l’ingresso di ossigeno nelle casse nerazzurre possa semplificare – e di molto – la progettazione di un futuro che, non dimentichiamolo, comincia solo oggi.

Lorenzo Della Savia

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