FOCUS – Nella gioia e nel dolore: INSIEME
La sconfitta contro la Fiorentina ha spento l'entusiasmo che si respirava nel mondo Inter. Sui nerazzurri sono piovute pesanti critiche, spesso eccessive, e sono stati completamente dimenticati gli ottimi risultati che la squadra è riuscita ad ottenere in questo inizio di campionato.Quella contro la Fiorentina di Paulo Sousa era una sfida molto attesa nell’ambiente nerazzurro. Conquistando i tre punti l’Inter avrebbe potuto staccarsi in classifica, rendendosi protagonista della prima mini-fuga del campionato. Purtroppo però, i 90′ ci hanno consegnato un copione diverso da quello che avevamo immaginato: sconfitta pesante nelle proporzioni e doccia gelata per tutti i sostenitori della Beneamata.
“Se qualcosa può andar male, andrà male” asserisce la famosa legge di Murphy, assioma che si sposa perfettamente con quello che è accaduto domenica sera a San Siro.
Che la serata non avrebbe promesso nulla di buono per i tifosi dell’Inter si era capito già durante il riscaldamento: perdere Stevan Jovetic prima del fischio d’inizio è stato il primo duro colpo per Mancini. In questo preciso momento storico infatti, Jojo è assolutamente imprescindibile per l’Inter: dai suoi piedi e dalla sua creatività passano la maggior parte delle trame offensive nerazzurre.
Possiamo sostenere con ragionevole certezza che il montenegrino rappresenta uno dei pochissimi insostituibili nella rosa interista, almeno allo stato attuale.
La storia del match poi è nota a tutti, con la ricetta del tracollo interista riassumibile con questi pochi ingredienti: atteggiamento sbagliato sin dal primo minuto di gioco, Handanovic protagonista di una delle peggiori partite della sua carriera, il tutto condito con una salsa di errori targati Roberto Mancini che hanno reso la pietanza nerazzurra assolutamente impresentabile.
La “Fiorentina” cotta al punto giusto da Paulo Sousa dunque ha dominato in lungo e in largo l’Inter del Mancio.
Uscendo però dalla metafora culinaria non si può fare a meno di notare come il tecnico di Jesi, domenica sera, abbia pescato dal cilindro una di quelle serate nelle quali ama giocare all’allegro chirurgo, inventandosi cose nuove, nel tentativo di stupire, con l’unico risultato di generare confusione nella squadra.
Sin dalla sua prima avventura milanese abbiamo imparato come questa sia una delle caratteristiche peculiari di Mancini. Gli va concessa, fa parte del suo modo di interpretare il ruolo dell’allenatore e va accettata.
Soffermandoci sulla prestazione della squadra invece, va sottolineato come in 90′ siamo stati capaci di mettere insieme un quantitativo di errori talmente elevato da non rendere attendibile la sfida contro la Fiorentina per una valutazione generale. Insomma, siamo stati troppo brutti per essere veri.
Quel che però sorprende è vedere come l’Inter sia stata subissata di critiche, non solo da parte della stampa, e questo non rappresenterebbe di certo una novità, ma anche da buona parte del tifo nerazzurro.
È bastata una partita per mettere in discussione tutto quello che di buono era stato fatto nelle prime cinque giornate di campionato.
Servirebbe più equilibrio nei giudizi: non eravamo l’undici da battere dopo la vittoria contro il Verona e non siamo già destinati a vivere una stagione fallimentare dopo la sconfitta con i viola.
Probabilmente il popolo nerazzurro è ancora scottato dalle recenti stagioni e teme di dover rivedere un film già visto.
In questo momento di ricostruzione però, è fondamentale stare vicini alla squadra, sostenerla e infondere fiducia nell’ambiente, soprattutto in un campionato all’insegna dell’equilibrio come quello che potrebbe attenderci in questa stagione.
Le prime giornate infatti ci stanno consegnando un messaggio molto chiaro, descrivendo due possibili scenari: o la Roma, squadra qualitativamente superiore a tutte le altre, decide una volta per tutte di mettere in pratica la superiorità tecnica della quale gode, vincendo uno scudetto che la vede ampiamente favorita, oppure in questo campionato potrà davvero trionfare chiunque.
In uno scenario del genere conteranno i dettagli, si potrà passare in un attimo da zone di classifica molto alte, ad essere relegati fuori dalle posizioni che consentono di partecipare alla prossima Champions League. Per questo, mai come quest’anno, serve essere uniti, remare tutti nella stessa direzione: squadra, società e tifosi, cercando di costruire qualcosa di importante.
Bisognerà essere uniti sempre, nelle vittorie e nelle sconfitte, senza cadere in isterismi collettivi (che ultimamente purtroppo fa spesso rima con interismi). La grandezza di una tifoseria si vede anche nelle difficoltà: schieriamoci dalla parte di chi sostiene e di chi crede in questa Inter. D’altronde la fila di chi è disposto ad aspettare il primo passo falso per processarla è già molto lunga, non contribuiamo ad ingrossarla…