25 Dicembre 2016

Inter Top & Flop 2016: un lampo di Pioli tra tante bocciature

Difesa colabrodo, dirigenza non all'altezza, colpi di mercato falliti, ma anche un allenatore promettente, un bomber implacabile e un acquisto azzeccato: riviviamo assieme i Top & Flop dell'Inter nel 2016.
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I FLOP

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LA DIRIGENZA – Nessun dubbio sul peggior flop dell’anno: la dirigenza è stata responsabile in particolare della seconda parte di anno. Grave la gestione di Mancini, l’esonero tardivo e il passaggio di mano verso un allenatore senza alcuna esperienza nel calcio italiano.Indecifrabile la gestione del mercato in cui l’Inter ha investito tanto, ma non ha puntellato ogni reparto che andava puntellato. Inaccettabile infine l’intera gestione del caso Icardi, in cui la dirigenza è sembrata completamente impreparata per affrontare l’emergenza che creò l’autobiografia dell’argentino, e la gestione degli ultimi giorni di De Boer, in cui Ausilio confermò cieca fiducia in De Boer per poi vederlo esonerato in soli tre giorni.

MANCINI – Anno difficile anche per il tecnico marchigiano, la cui seconda avventura all’Inter non è finita propriamente benissimo. Mancini ha fallito l’accesso alla Champions League dopo aver iniziato il 2016 in testa al campionato di Serie A, non è riuscito a ricomporre uno spogliatoio la cui situazione si è complicata a fine 2015 e non ha infine trovato il modo di uscire di scena da vincente.

DE BOER – Non si può definire il tecnico olandese completamente responsabile del flop risultato dalla sua gestione, ma i risultati avuti sono stati davvero molto lontani dall’essere all’altezza.
De Boer ha tentato di portare il suo metodo senza stringere compromessi, ma ha ottenuto solo un gruppo che gli ha voltato le spalle molto in fretta e una Società che non lo ha mai difeso.

JOVETIC – Forse la più grossa delusione dell’anno. Arrivato come una scommessa dal cash out possibile e alto, il montenegrino ha di fatto smesso di giocare nelle ultime settimane del 2015.
Nel suo 2016 si ricordano un gol capolavoro al Napoli, una doppietta contro l’Empoli a giochi fatti e una serie di irritanti leziosità dove serviva concretezza.
Dulcis in fundo, decide di farsi mettere fuori rosa accusando un gruppo che non gli è mai andato a genio.

KONDOGBIA – La sua valutazione lo ha preceduto in ogni attimo della sua avventura a Milano, ma il suo rendimento è stato davvero troppo deficitario per andare oltre il costo del suo cartellino.
Spesso lento, indeciso e fuori partita si è guadagnato nel corso dell’anno i rimbrotti del pubblico, che lo becca spesso e volentieri.
Rinasce all’ultimo appello dell’anno che sta per finire: è il preludio ad una svolta?

LA DIFESA – 48 gol subiti in 39 partite complessive di Serie A. Prestazioni ai limiti dell’imbarazzo in Europa League. Cambi di modulo molto frequenti e senza grandi soluzioni trovate.
La difesa, intesa sia come reparto che come fase di squadra, è stata una delle croci nerazzurre per tutto l’anno, anche a causa di un Murillo sotto le aspettative, di un Miranda in calo e di una batteria di centrali non all’altezza della situazione (Ranocchia su tutti).