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L’Inter valuta di creare la squadra “B”, ma c’è una falla nel sistema italiano

Una seconda squadra dove far crescere i potenziali campioni del futuro. Un’alternativa alla Primavera: lanciare i giovani nel ‘calcio dei grandi’, in campionati più allenanti e competitivi rispetto alla sfida con i coetanei. È un’usanza sempre più diffusa ed efficace in Spagna, Inghilterra e Germania, mentre non si può dire lo stesso dell’Italia. Ma dopo Juve e Atalanta, anche l’Inter starebbe pensando a questa opzione.

I primi a puntare su una formazione “B” sono stati i bianconeri, nel 2018. La Vecchia Signora è stata all’avanguardia da questo punto di vista, senza però che nessun altro club l’abbia seguita nell’immediato. Il primo a farlo è stato la Dea, che negli scorsi mesi ha iscritto l’Atalanta Under 23 al campionato di Serie C (lo stesso dove milita la Juve Next Gen, seppure in gironi diversi). Adesso però, secondo Sportitalia, anche altre squadre potrebbero lanciarsi nel progetto.

In base a quanto riporta l’emittente, pure Milan e Sassuolo dovrebbero accendere i motori per partecipare all’iniziativa a partire dall’anno prossimo, mentre l’Inter sarebbe ancora in fase di valutazione. Ad ogni modo, uno dei motivi che ha rallentato la creazione di seconde squadre è una falla presente nel sistema calcio italiano: per via dei sessanta posti disponibili in Serie C, una formazione “B” può iscriversi solo in caso un altro club non sia nelle condizioni di farlo (ad esempio per fallimento o motivazioni extra-sportive). Di fatto, è quasi necessaria la disgrazia di qualcun altro (come accaduto quest’anno con l’Atalanta, che ha preso il posto del Siena). Non proprio il migliore degli incentivi per puntare su un progetto giovani.

Nicolò Brunner