Inter-Verona, la lavagna tattica: attenzione e convinzione per vincere
C’è una squadra che si deve rialzare dopo aver totalizzato due punti in tre partite e c’è una matricola terribile che non soffre di vertigini e che torna a San Siro per una gara di Serie A a 12 anni dall’ultima volta. Inter-Verona è il match di alta classifica che non ti aspetti, tanto che per trovare un precedente in cui le due compagini se la giocavano per le prime piazze della classifica bisogna scavare negli almanacchi fino al 1985, l’anno in cui l’Hellas vinse il suo primo e unico Scudetto. Precedenti ben auguranti per i colori nerazzurri: in 31 match di massima serie a San Siro il Verona non ha mai fatto bottino pieno.
IL MODULO – Quasi certamente confermato il 3-5-1-1 in cui troverà posto finalmente Mateo Kovacic dopo la sfortunata parentesi di Torino in cui è stato sacrificato: dietro di lui resta il dubbio Alvarez-Taider la cui scelta cambierebbe radicalmente l’intepretazione al match del croato e di tutta l’Inter. Prevedibile come in fase di possesso, se verrà schierato Ricky, avremo sprazzi di uno spregiudicato 3-4-2-1. I residui dubbi di formazione nerazzurri non trovano corrispondenza negli ospiti che, al netto di una qualità sicuramente più contenuta, possono contare su un impianto di gioco collaudato ed affiatato. Mandorlini non rinuncia a mettere in scena un calcio propositivo affiancando al redivivo Toni due esterni veloci e tecnici: all’imprescindibile Iturbe si affiancherà uno tra Gomez e Martinho, con quest’ultimo in vantaggio. Densità, compattezza e rapidità sono state le caratteristiche che hanno portato il Verona a totalizzare 16 punti in 8 partite, una media da qualificazione in Europa più che da salvezza: il 4-3-3 del dichiarato interista Mandorlini fa del Verona una squadra da non sottovalutare che non verrà a San Siro a fare le barricate.
L’OCCHIO DI RIGUARDO – Due nomi su tutti: Jorginho e Iturbe. Il primo, talento cristallino in regìa, avrà la doppia incombenza di imbastire l’azione ospite e di soffocare le fonti di gioco nerazzurre: il suo livello di pericolosità dipende da come l’Hellas impatterà sul match dal punto di vista della personalità giacché qualora decidesse di provare a fare la partita l’italo-brasiliano sarà l’osservato speciale numero uno. Con Mandorlini che firmerebbe per il pareggio però è possibile un gioco di rimessa da parte degli scaligeri in cui sarebbe Iturbe il grande protagonista pronto a sfruttare con la sua fantasia gli spazi che Toni giocando di sponda aprirebbe. I pericoli arriveranno anche da dietro: vicino già nominato Jorginho, giocatore che l’Inter segue fin dallo scorso anno, agisce il jolly Romulo esperto di inserimenti che con la maglia della Fiorentina fece già male all’Inter targata Stramaccioni che poi vinse quella partita. Da non dimenticare la capacità di Cacciatore di sfruttare i calci d’angolo dopo aver dimostrato un fiuto del gol particolarmente marcato in situazioni di questo genere.
DOVE PUNTARE – Parola d’ordine: verticalizzare. La buona fisicità dei difensori gialloblù paga pegno alla rapidità sugli scambi stretti che ci aspettiamo avvenire sull’asse Kovacic-Palacio con il possibile contributo di Alvarez se Mazzarri lo farà giocare fin dall’inizio. Importanza fondamentale avrà l’impatto psicologico sul match, consapevoli del fatto che il Verona ha costruito 12 dei suoi 16 punti tra le mura amiche e può pagare lo scotto del grande stadio nell’approccio alla partita: l’augurio è che non si ripeta l’inizio molle e deconcentrato di Torino a favore di un’Inter affamata e desiderosa di fare suo il match fin da subito.