Ancora una volta, come sempre nelle ultime uscite, Arturo Vidal ha dimostrato di non essere più una risorsa per l’Inter. Entrato nello spicchio finale del secondo tempo, il cileno ha offerto una prestazione a dir poco indecente. Come Nainggolan prima di lui, entra “in ciabatte”, senza voglia e senza voler davvero essere lì. Almeno una volta cercava di sopperire ai limiti dell’età e dell’usura con la grinta; ora invece sembra aver perso anche quella.
Il Vidal dell’ultimo periodo è certamente figlio del momento no dell’intera squadra, uscita scornata dalle immeritate sconfitte con Milan e Liverpool. I Campioni d’Italia però non possono lasciarsi andare così: non c’è più coesione, non c’è più carattere. Tutti avanzano per inerzia, spenti e senza guida. Le redini rischiano di sfuggire di mano ad Inzaghi nel momento più delicato della stagione e proprio i calciatori più esperti, come Vidal, dovrebbero fare la differenza. Se non in campo almeno a livello di spogliatoio.
E invece è proprio l’atteggiamento del centrocampista a lasciare basiti. Sembra essere mentalmente altrove, in vacanza. Passa la palla con noncuranza e sufficienza anche in gare come il Derby, si piazza in campo come se non volesse esserci. La lentezza, il ritardo negli interventi, l’imprecisione si possono perdonare: questo comportamento però no. È inaccettabile, soprattutto da parte di un campione tanto affermato e famoso, con la sua esperienza.
Nonostante l’immeritato stipendio faraonico garantitogli dalla gestione Conte, suo grande estimatore, a Vidal bisognerebbe far capire che, pur con tutta la sua fama e gloria passata, non ha il potere di fare ciò che vuole in una squadra come l’Inter. Forse servirebbe una botta di umiltà, una punizione anche in termini di immagine. Giochi con questo spirito? Bene, vai in tribuna. L’Inter ha bisogno più che mai di ogni centesimo di energia e qualità, certo, ma prima ancora ha bisogno di calciatori coinvolti e desiderosi di fare parte del progetto. Ossia quello che, all’apparenza, Vidal non è.
In questo momento ogni cambio in entrata dalla panchina è fondamentale per svoltare non solo una gara, ma forse l’intera stagione. E se il cileno ha scelto questa strada, forse Inzaghi dovrebbe spendere una sostituzione con chi, seppure meno blasonato e “protetto” dal proprio nome e limitato tecnicamente, dà sempre sudore e sangue per la maglia. Perché è soprattutto di questo che l’Inter ha bisogno ora per ritrovare la retta via.
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