Burdisso: “L’Inter ha carattere. Calciopoli? La Juve non ammette ancora di aver sbagliato”
Nicolas Burdisso, ex calciatore dell’Inter, ora al Genoa, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, dove ha ricordato i vecchi tempi a Roma, a Milano e le vicende di Calciopoli: “Non credo al destino, per me è solo una possibilità. Ho vinto tanto, ma sarei potuto essere un top, restare all’Inter, vincere lo scudetto […]Nicolas Burdisso, ex calciatore dell’Inter, ora al Genoa, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, dove ha ricordato i vecchi tempi a Roma, a Milano e le vicende di Calciopoli: “Non credo al destino, per me è solo una possibilità. Ho vinto tanto, ma sarei potuto essere un top, restare all’Inter, vincere lo scudetto con la Roma o andare al Mondiale in Brasile. Il Genoa è un po’ in crisi, ma possiamo vincere lo stesso. Abbiamo giocatori in gamba come Izzo, Rincon, Perin e Perotti, che mi ricorda Figo“.
“L’Inter ha più carattere, la Roma è più tecnica, il Napoli ha entrambe le cose, la Fiorentina è un gradino sotto. Gasperini, a Milano, è stato sottovalutato. Lui è un estremista, un rivoluzionario, non gli è stato dato supporto. Il giocatore più forte con cui ho giocato è Adriano all’Inter, era indescrivibile, poi si è perso perchè era troppo buono“.
“Roma o Milano? A Roma sembrava che quando si allenavano ti facevano un favore. Spalletti e Montella si arrabbiavano tanto. Montella usava i gps e al termine dell’allenamento diceva che avevamo lavorato in modo imbarazzante. All’Inter era una guerra tutti i giorni, si lottava per il posto in squadra e tutti volevano vincere sempre. Giocando così contro i campioni in allenamento si cresce“.
In conclusione, Burdisso racconta come ha vissuto Calciopoli: “Sono rimasto deluso. Dopo che si è scoperto tutto sarebbe stato il momento giusto per fasri domande e, invece, dopo aver vinto il Mondiale, non è cambiato nulla. Ad un certo punto sembrava che i colpevoli fossimo noi nerazzurri, invece di vedere cosa era successo. C’era un lavoro scientifico: non il rigore contro, ma anche ammonizioni, falli. Alla Juve espongono ancora gli scudetti revocati, vuol dire che non accettano di aver sbagliato“.