2 Gennaio 2017

Icardi: “Un onore indossare la fascia indossata da Zanetti. Quando vedo la Juve…”

Mauro Icardi, attaccante dell'Inter, ha parlato a Premium Sporr, della sua carriera, dall'Argentina all'Inter
intervista icardi

Mauro Icardi, attaccante dell’Inter, ha parlato a Premium Sport, intervistato da Trezeguet, della sua carriera, dall’Argentina all’Inter: “Ho iniziato a Rosario in una squadra piccola che nessuno conosce ma è la squadra del mio paese dove ho fatto tanti gol. Nella prima partita ricordo che non volevo giocare, mi sono fermato in mezzo al campo. Prendere la fascia da capitano in una squadra dove uno come Zanetti l’ha portata quasi vent’anni non è un peso ma un grande onore per me che sono argentino come lui. Le cose in Argentina non andavano bene e siamo partiti nel 2002 in cerca di fortuna in Europa. Inizialmente giocavo nella squadra del mio paesino, lì mi hanno notato osservatori di Barcellona e Real Madrid ed è iniziato il mio viaggio verso il blaugrana“.

Mi cercavano anche altre squadre ma il Barça mi portò un gagliardetto con una dedica di Messi per la mia famiglia. Arrivato al centro di allenamenti vidi Messi allenarsi mentre ero con gli altri ragazzi e andai a conoscerlo. Mi invitò a pranzo con lui, fu un giorno indimenticabile per me. Con il mio agente abbiamo incontrato i dirigenti del Barcellona, avevo 18 anni e capimmo che c’erano poche possibilità di giocare lì, così arrivai in Italia. Ricordo che la Sampdoria giocava con la Juve Stabia, ci fecero subito gol, poi pareggiamo e il mister mi fece entrare a 15 minuti dal termine. Segnai il 2-1 e andammo ai playoff per poi vincerli. A novembre il derby con il Genoa, giocai dall’inizio, feci diverse belle giocate e segnai il 3-1. Fu la mia partita e l’esordio in Serie A. La prima volta che segnai alla Juve fu con la Samp, eravamo in dieci e perdevamo 1-0. Mi capitarono due palloni in area e feci due gol vincendo 2-1 allo Stadium. Penso che in quella partita divenne famoso il mio nome“.

All’Inter, quando segnai alla Juve, c’erano 80 mila persone e dopo pochi minuti avevo già segnato esultando con tutta la gente, sembrava che la terra tremasse, anche se poi Vidal pareggiò. Ho passato diversi allenatori, ora tutti si dividono tra Mourinho e Guardiola. Per il mio modo di giocare Mou mi piace, ha fatto la storia dell’Inter ed è interista, mi piace, ma ho visto da vicino Guardiola e posso dire che è un fenomento. Ricordo Juan Jesus in un Sampdoria-Inter a Marassi. Io toccavo palla e sentivo lui che mi colpiva, mi dava calci. Questa cosa mi è rimasta impressa, anche se devo dire che adesso sono tutti ottimi difensori. Quando sono in campo penso a fare il mio lavoro che è fare gol. Non penso molto a chi ho davanti. A volte ha più voglia il genitore che il figlio diventi calciatore che il contrario, e questo allontana i bambini. Loro devono giocare a calcio per divertimento, come ho fatto io, senza pressione per diventare un professionista. Inizi per divertimento, poi se ti accorgi che hai qualità puoi pensare a fare questo lavoro”.

LA TOP 5 DEI GOL PIU’ BELLI DELL’INTER