Mancini: “La mia seconda Inter è migliorata tanto. Da allenatore…”
Roberto Mancini, ospite di Condò Confidential a Gazzetta Tv, ha rilasciato una lunga intervista, dove ha parlato della sua nuova Inter: “Aspettavo una proposta dall’estero più che tornare in Italia, ma non avrei mai pensato all’Inter, anche se di cavolate se ne fanno tante e io ho fatto questa perchè è impensabile tornare dove uno ha già vinto. Credevo di fare meglio come risultato finale, ma la mia seconda Inter è stata la squadra che è migliorata di più in soli cinque mesi“.
Mancini ripercorre anche un po’ la sua carriera da calciatore ad allenatore, ma soprattutto la rabbia dopo una sostituzione in Nazionale: “Sono cose che uno fa da giovane. Ero arrabbiato perchè era stato già difficile accettare di essere il vice Baggio, ma Sacchi era stato sincero e onesto e lo accettai” – afferma Mancini, che ha vissuto un episodio simile a New York – “Bearzot mi disse che avrei dovuto chiedergli scusa. Ero giovane e per me era la prima notte a New York e, affascinato dalla città non guardai neanche l’orario, infatti lui si arrabbiò tantissimo“.
“Allenatore o giocatore? Sono due cose diverse. Da giocatore fai cose che ti vengono naturali, tutti hanno dei colpi che altri non hanno, o come diceva Boskov, giocatori che hanno uno spiraglio in autostrada e altri che non vedono niente. Da allenatore ho fatto un buon lavoro, l’importante è metterci impegno e voglia di vincere. Ho sempre giocato a calcio e per questo sono migliorato sotto tutti i punti di vista. Per me le cose sono andate sempre bene, anche adesso nonostante i risultati“.
Per Mancini tanti ricordi legati alla Samp: “Boskov in una riunione prima della partita mi mise attaccante e io gli dissi che facevo la seconda punta e lui mi rispose che potevo fare la punta libera. Con gli altri allenatori avevo discusso per questo motivo. Ulivieri mi vedeva già a 18 anni centravanti. Mantovani ti dava più di quello che pensavi, ma meno di Vialli. Faceva così per farmi arrabbiare perchè ero stato il suo primo acquisto ed ero più grande. Di quella squadra siamo rimasti grandi amici e con Luca abbiamo vissuto anni insieme. In allenamento, una volta abbiamo anche litigato ed io ci sono rimasto male, non ci parlammo, poi la settimana successiva gli feci l’assist e lui fece gol e mi ringraziò“.
“Se fossi andato al Milan o alla Juve non avrei vissuto gli anni bellissimi alla Sampdoria, non avrei conosciuto i miei amici, ma avrei vinto di più Quegli anni, però, sono stati irripetibili e va benissimo così” – ammette Mancini, che poi passa a parlare dello sfogo post-Liverpool del 2008 – “C’erano tante cose che non andavano bene e sbottai. Credo che Moratti chiamò lì Mourinho, anche se io andai da lui e gli dissi che avrei continuato, lui era arrabbiato con me. Finimmo il campionato e l’ultima partita fu carica di tensione, perdemmo la finale di Coppa Italia e il presidente mi comunicò l’esonero, anche se non me l’aspettavo. Non fece il nome di Mourinho, ma devo ringraziare Moratti perchè mi ha fatto allenare l’Inter in un momento importante della mia carriera“.
“Mourinho è un tecnico bravo, parlano anche i titoli vinti. Geloso del Triplete? E’ una cosa umana, ma le cose accadono perchè devono accadere“. Mancini parla anche del suo legame con il Manchester City: “Il 6-1 all’Old Trafford ha cambiato la storia perchè lo United aveva dominato per decenni e quel risultato è un ricordo indelebile. Ferguson era arrabbiato e gli portai un vino rosso francese, anche se lui ha vini di alta qualità che nemmeno Ancelotti aveva. Il titolo vinto nel recupero all’ultima partita non si dimentica, credo ci faranno un film un giorno“.
In conclusione qualche ricordo con il Bologna: “Avevo 13 anni e mezzo quando arrivai lì, fu un momento bellissimo per chi vuole fare il calciatore. Avevo raggiunto quello che tutti i bambini sognano, anche se la tua vita cambia e sei lontano dalla tua famiglia e a quell’età non è semplice. Il mio sogno era diventare calciatore e ho sofferto la distanza per un anno, come se facessi il militare. Bologna è un ambiente ideale per i giovani perchè i bolognesi sono fantastici e calorosi“.