Luca Pancalli ritorna sulle vicende di Calciopoli a distanza di 10 anni dallo scandalo.
Luca Pancalli, presidente del Comitato Paraolimpico, ha parlato al Corriere dello Sport delle vicende di Calciopoli a distanza di dieci anni, periodo in cui fu nominato Commissario della Federcalcio: “Calciopoli c’è stata davvero. L’opinione pubblica ne ha stabilito i confini sulla base delle partite, del numero dei protagonisti finiti a processo. Io dico che anche se per una sola persona, una sola partita, un solo arbitro o un solo dirigente aver violato la lealtà significa avere Calciopoli. Ieri, oggi e domani. Il precedente Commissario ci mese nelle condizioni di farla ripartire, ma bisogna affrontare mille curve. Bisognava scrivere lo Statuto, riorganizzare il Codice di giustizia, rivedere i conti, ridare fiducia all’Aia, ricostruire il rapporto con la Uefa e Platini sa per chi ho votato. Bisognava garantire la quotidianità“.
“Calciopoli era lo specchio di un Paese, come lo è Mafia Capitale e come lo è stato Tangentopoli. E’ un’anomalia, una distorsione della società, ma la colpa non è solo del calcio e dello sport che non ha modo di difendersi da solo e deve essere difeso. Ci sarebbe voluto un supereroe per mettere tutti i pezzi a posto. Il nostro obiettivo era riportare il calcio alla sua democrazia, alle elezioni nel minor tempo possibile. Perchè un commissariamento è sempre una ferita. Mi porterò sempre dietro l’esperienza umana che feci, la grande esperienza professionale e anche politica. Ero andato all’Università e il primo giorno in Figc mi sono sentito in uno stato d’ansia che non provavo da quando avevo gli esami“.