Reja: “L’Inter ha fatto un grande affare. Candreva talento puro”
Le parole di Edy Reja, ex allenatore della Lazio, sul trasferimento di Antonio Candreva all'Inter.Edy Reja con il suo passato alla Lazio ha conosciuto bene Antonio Candreva, trasferitosi da poco all’Inter, ed ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com, i ricordi che ha del numero 87: “Mi deve moltissimo, mi piace giocare con i tre davanti e come Antonio ce ne sono pochi. Non voleva giocare a destra poi ha capito che era il suo ruolo, come è successo con Maxi Moralez all’Atalanta. Candreva aveva un passato da romanista a causa di alcune dichiarazioni e a Formello fu accolto tra fischi e insulti, ma lui è stato molto bravo, senza rilasciare dichiarazioni compromettenti. Ha iniziato a fare bene, lavorando e i tifosi si sono affezionati. E’ stato anche capitano, già dalla prima settimana di allenamento si vedeva che avrebbe reagito bene, era il primo a metterci la grinta, segnando e dribblando. Calciava divinamente e poi arrivò il gol al Napoli“.
“E’ un giocatore completo, salta l’uomo, crea superiorità, ha piede, fa la fascia avanti ed indietro ed è migliorato anche nella fase difensiva. L’Inter ha fatto un grande affare, dimostrerà tutta la sua forza. Punto debole? Forse di testa, ma è un talento puro. Voleva giocare a sinistra, rientrare e calciare in porta, ma gli ho fatto capire che sarebbe stato meglio partire da destra, arrivare sul fondo e crossare. E’ l’ultima ala che c’è rimasta, da quella parte ce ne sono pochi. A sinistra ci sono Giaccherini, Keita Balde, Gomez. Antonio ha un piede straordinario, mi è sempre piaciuto, già all’Udinese. Ci ho parlato spesso per il ruolo e ho avuto la meglio. In attacco c’era Klose e doveva essere servito nel modo giusto. Arrivò nel gennaio del 2012, a Cesena non giocava e a noi serviva un rinforzo. Lo prendemmo negli ultimi due minuti di mercato. Lotito mi chiamava per chiedermi se lo volevo e io gli avevo detto già da un mese che doveva chiudere“.
“Siamo in ottimi rapporti. L’ho sentito a fine campionato e mi diceva che c’era questa possibilità di andare via. C’era anche il Napoli e ci confrontammo anche su questa possibilità. Non si risparmiava mai. A Novara, su un campo molto difficile, si girava ogni 10′ per dirmi che non ce la faceva, ma lo facevo giocare anche se era al 50%“.