16 Ottobre 2015

Samuel: “Mourinho ha cambiato l’Inter e tutti noi. Ad un certo punto della carriera…”

Walter Samuel, l’ex difensore nerazzurro, ha parlato ai microfoni del quotidiano elvetico Neue Zurcher Zeitung della sua decisione di voler lasciare il calcio dopo 20 anni di carriera: “Arriva un certo punto il momento in cui si deve prendere coscienza di ciò che il corpo ti chiede. Se tutto fa male, anche mentalmente ti senti […]
intervista samuel

Walter Samuel, l’ex difensore nerazzurro, ha parlato ai microfoni del quotidiano elvetico Neue Zurcher Zeitung della sua decisione di voler lasciare il calcio dopo 20 anni di carriera: “Arriva un certo punto il momento in cui si deve prendere coscienza di ciò che il corpo ti chiede. Se tutto fa male, anche mentalmente ti senti stanco. Ho tanta voglia di giocare ma sono in difficoltà fisicamente. Non è una decisione facile da prendere perchè mi piace essere calciatore, fare gli allenamenti, stare con i compagni. Gioco perchè ho piacere a farlo, anche se è un lavoro. Ormai recupero più lentamente rispetto agli altri, se i giovani recuperano subito, a me occorrono dei giorni in più. Cerco di stare al loro passo, ma non è più la stessa cosa“.

Samuel si sofferma a parlare anche dei tempi in nerazzurro e dei momenti vissuti con Mourinho: “Con lui abbiamo vinto la Champions e i suoi due anni hanno formato l’Inter come club e anche tutti noi. In pubblico sembrava una persone molto conflittuale ma noi lo abbiamo capito bene. L’offensiva fa parte della sua personalità. Maradona è stato una leggenda ma da calciatori si è abituati ad incontrare grandi personalità, quindi l’impatto è stato minore. Quando, però, faceva i giochetti con la palla eravamo tutti ammirati” – afferma e poi spiega cosa gli mancherà di più del calcio – “Lo spogliatoio è come con la scuola. Una volta che sei in vacanza non vedi l’ora di tornare e stare con i compagni e fare scherzi. Questo mi mancherà più del gioco anche perchè ho fatto tante partite. Dovrò trovare qualcosa che mi tiene occupato perchè per il calcio non sono più giovane, per il resto si. Mi ritengo uno della vecchia scuola e sono di quella generazione cresciuta senza il cellulare, anche se oggi quando qualcuno perde il cellulare, sembra che abbia perso suo figlio” conclude.