Sandro Tonali è, insieme a Lautaro Martinez, l’uomo del momento in casa Inter. Se per il Toro l’incubo è la cessione verso Barcellona, per il talento di Lodi invece il sogno è vederlo con i colori nerazzurri. Nel frattempo, Tonali ha concesso una lunga intervista ai microfoni di SportWeek per parlare di sé: ecco le sue dichiarazioni.
Più completo di Pirlo – “Come la mettiamo? La mettiamo che, esagerando, Pirlo mi ha dato ragione (sorride, ndr): non ci somigliamo. Ma da qui a dire che io sia un giocatore più completo di lui… Quando due miei amici mi hanno girato sul cellulare la diretta Instagram nella quale si esprimeva così, ci sono rimasto. E ancora adesso sono senza parole. Posso solo rispondergli con un ‘grazie'”.
“Colpo” in comune – “Preferisco dire cosa mi piacerebbe prendergli: il lancio profondo, preciso al millimetro. Oggi riesco meglio nel gioco corto. Che, in verità, mi viene anche più naturale rispetto al ‘lungo'”.
Gattuso idolo – “Mi colpivano la sua grinta e generosità. Avesse diviso per dieci la determinazione che aveva dentro, ce ne sarebbe rimasta abbastanza per riempire tutti i suoi compagni di squadra. Non aveva paura di nessuno. Oggi invece il mio idolo è Modric“.
Paura di qualcuno in campo – “No. Magari ho pensato ‘Guarda quanto è grosso quello’, ma paura mai”.
Mezzala o regista – “Sai che non lo so? Mi piacciono entrambi. Dipende da come si schiera l’avversario: contro un 4-4-2 ho più spazio come mezzala, se ho di fronte un trequartista mi piace stare davanti alla difesa perché, saltato lui, ho campo davanti”.
Tre aggettivi per definirti – “Nel calcio sono grintoso, appassionato. In allenamento l’ultimo a lasciare il campo. Tecnico. Per descrivermi fuori nel basta uno: tranquillo. Posso stare quindici giorni filati a casa senza problemi. Se capita vado in discoteca con gli amici, ma non è una cosa che cerco”.
Scartato dal Milan – “Il Lombardia Uno era un loro club affiliato. Ogni due o tre mesi cinque-sei bambini venivano chiamati al Vismara, dove si allenavano con i giovani del club. Non posso dire che mi abbiano scartato: non mi hanno proprio preso in considerazione. Forse ero troppo piccolo…”.
Piacenza – “Scelsi quella piazza invece di Parma perché era più vicina a casa. Avevo già chiaro che con i giusti sacrifici sarei potuto arrivare in capo al mondo“.
Predestinato – “La sicurezza non c’è mai, ho realizzato neanche la metà di ciò che ho in mente, però mi sento abbastanza forte da farcela. Sono sulla buona strada”.
Ripresa Serie A – “Con il senso di responsabilità di ognuno e i giusti accorgimenti si può ripartire”.
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