La questione Skriniar, ancora una volta non risolta l’ultimo giorno di mercato, “regala” a Simone Inzaghi una bella gatta da pelare. Lo slovacco infatti è chiaramente rimasto controvoglia ed è anche probabile che il rapporto con molti compagni, oltre che ovviamente quello con i suoi tifosi, si sia deteriorato parecchio per le sue vane e vaghe promesse mai mantenute. Che fare quindi?
La scelta sarà probabilmente esclusivamente del tecnico, che già ieri sera contro l’Atalanta non lo ha portato nemmeno in panchina. Per tutta risposta però lo slovacco non si è nemmeno degnato di andare allo stadio, rimanendo a casa. Non certamente un segnale distensivo per chi deve portare avanti una convivenza forzata per altri sei mesi.
Dal punto di vista tecnico, la ragione potrebbe far pensare di continuare a schierare il giocatore in modo da avere una linea difensiva all’altezza. Ma prima di tutto andrebbe completamente recuperato dal punto di vista mentale, visto come è finita contro l’Empoli. Con la testa è chiaramente a Parigi e schierarlo sarebbe solo un rischio. Senza contare che il suo rendimento stagionale non porta certo a strapparsi i capelli, anzi: in tutto il girone di andata avrà collezionato forse un paio di prestazioni degne. Forse. Non abbastanza per giustificare la sua presenza fissa in condizioni normali, figuriamoci adesso.
D’altro canto metterlo “fuori rosa” o comunque ai margini, per quanto mostrerebbe finalmente un certo polso da parte della società, rischierebbe di alimentare ulteriori tensioni nello spogliatoio e, quando inevitabilmente i nerazzurri potrebbero avere bisogno di lui in campo, a “ripicche” ed episodi che tutti preferirebbero evitare.
Darmian nel suo ruolo sta fornendo prestazioni magnifiche perciò, secondo noi, al momento il problema non si pone: finché è in queste condizioni fisiche il titolare deve essere l’ex Manchester United. E certamente non si potrà fare affidamento su questo Skriniar “svagato” nel Derby in arrivo, possibile spartiacque psicologico dell’intera annata.
Da qui a fine stagione lo slovacco ormai ex Inter, dovrà diventare una semplice pedina nelle rotazioni, utile a far rifiatare chi davvero ha a cuore gli interessi dei nerazzurri, in campo e fuori. Con la speranza che quando chiamato in causa la testa sia dove deve stare. Visto che fino a giugno, il lauto stipendio glielo pagherà l’Inter, non il PSG. E sarebbe bene ricordarglielo.
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