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Inzaghi, altro che sosta Mondiale: il futuro si decide in due partite

La fiducia non è mai illimitata, specie nel calcio, dove i risultati, soprattutto in piazze come quella nerazzurra, sono tutto o quasi. Ecco perché la pazienza di Steven Zhang e della dirigenza nerazzurra nei confronti di Simone Inzaghi è ormai agli sgoccioli. Nonostante il recente rinnovo e i continui attestati di stima infatti, l’avventura del tecnico a Milano potrebbe ormai essere al capolinea.

Simone Inzaghi (@Getty Images)

Le attenuanti del caso ci sono: infortuni, sfortuna, Lukaku quasi mai presente dal ritorno. C’è da dire che però anche gli errori di Inzaghi sono sempre gli stessi e non solo per quanto riguarda i cambi tardivi. La squadra è sfiduciata e senza motivazioni, incapace di reagire e dare scosse. Ecco perché forse non sarà necessario aspettare fino alla sosta per il Mondiale, come vociferato da molti, per vedere un cambio in panchina. Qualora l’Inter continuasse la spirale negativa anche con il Barcellona (andate e ritorno) ed il Sassuolo, allora l’addio, secondo La Gazzetta dello Sport, sarebbe inevitabile.

L’OPINIONE DI PASSIONE INTER

Cambiare allenatore in questa stagione, dove si gioca ogni due giorni, non è semplice. Si rischia di gettare un nuovo tecnico nella mischia dopo nemmeno un allenamento con i nuovi giocatori. Tuttavia a volte è necessario mostrare polso in situazioni che rischiano di precipitare. Lo spogliatoio non rema contro Inzaghi, il gruppo è ancora unito certo. Ma in campo le cose sono ben diverse, con ognuno che cerca di risolvere le cose da sé. E ovviamente questo genera nervosismo e ansia da prestazione, che, con i risultati che non arrivano, non fanno che peggiorare.

Inzaghi sta dimostrando forse, di non riuscire a fare lo step successivo, a trasformarmi da un tecnico eccellente ad un big. Non basta la tattica per imporsi in determinati ambienti, serve anche la personalità. La capacità di uscire dai momenti bui, la creatività. Qualità in cui, per ora, l’ex Lazio sembra peccare. La Gazzetta parla di 9 giorni decisivi, ma l’ambiente sembra ormai già saturo. Se con il Barcellona arrivasse una sconfitta brutta nel gioco e nel risultato, un esonero improvviso e anticipato non è da escludere, nonostante le alternative concrete latitino.

 

 

 

Pietro Magnani

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