Inzaghi, futuro a rischio: senza Champions la Supercoppa non basta
L'obbiettivo minimo è la qualificazione in ChampionsIl futuro di Simone Inzaghi non è così nerazzurro come si potrebbe pensare, nonostante i 3 trofei vinti nel suo primo anno e mezzo a Milano. E certamente non per la sconfitta casalinga subita dell’Empoli, imputabile a lui ma anche alla scelleratezza di Skriniar e ad una papera di Onana. Il continuo alternarsi di alti e bassi infatti potrebbe spingere la dirigenza a fare riflessioni importanti nei prossimi mesi, specie visto che lo Scudetto perso lo scorso anno brucia ancora. Inzaghi è davvero da Inter?
Per capirlo bisognerà aspettare il finale della stagione, quando verranno tirate le somme. Ma una cosa è certa, come anche sottolineato da La Gazzetta dello Sport: la dirigenza non accetterà un fallimento totale. L’obbiettivo minimo è la qualificazione in Champions League, quindi minimo quarto posto. Un’impresa meno semplice del previsto vista la rimonta di Lazio, Roma e Atalanta. I 40 milioni che entrerebbero con la qualificazione sono troppo importanti per le sorti del club. Non si possono perdere. Perciò, in caso di fallimento o di qualificazione con eccessivo affanno, il futuro di Inzaghi potrebbe essere veramente lontano da Milano.
L’OPINIONE DI PASSIONE INTER
Inzaghi è senza dubbio uno dei migliori giovani allenatori in circolazione. Ha però delle “zavorre” psicologiche non indifferenti, su tutte l’ossessione per i cartellini e, spesso, una scarsa capacità di leggere la partita e andare nel pallone. E proprio per questo i dubbi rimangono: è davvero da Inter? Probabilmente, se i tempi fossero diversi, sì. Se quella nerazzurra fosse una piazza senza troppe pretese e con pazienza, Inzaghi potrebbe un giorno diventarne il trascinatore.
Ma i nerazzurri, pur con tutte le difficoltà economiche, sono obbligati a mantenere certi standard, a vincere. E convincere. Il fallimento non è tollerato. Perciò ora bisognerà lavorare per non perdere la testa, tra campo e mercato. Testa bassa e pedalare, giocando ogni partita come una finale, anche contro le piccole. Perché non esistono solo Supercoppa e Coppa Italia: c’è una Champions da raggiungere. E che determinerà il futuro di Inzaghi all’Inter.