Simone Inzaghi, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, si è divertito a indovinare il volto da bambini di alcuni suoi giocatori nerazzurri facendo poi un piccolo commento. Da Barella a Dimarco fino a Lautaro e Calhanoglu, questo è stato il risultato:
BARELLA – “Grandissimo giocatore ma grandissime qualità umane. Ne è testimone il rinnovo appena firmato, secondo me diventerà una bandiera dell’Inter perché sente la maglia e ha una grandissima disponibilità verso tutti”.
DIMARCO – “Io lo chiamo Dimash. Come lo chiamano molti suoi compagni: mi incuriosiva conoscerlo nel migliore dei modi. È stata una grandissima scoperta: è un giocatore molto tecnico e intelligente. Capisce sempre tutto. Farà molto bene”.
DUMFRIES – “La sua fortuna è Stefan de Vrij che lo ha aiutato moltissimo nell’inserimento. Poi noi dello staff cerchiamo di farlo crescere giorno dopo giorno, deve continuare così. Sapendo che abbiamo un altro giocatore nel suo ruolo (Darmian, ndr) che ha fatto una prima parte di stagione strepitosa”.
PERISIC – “L’ho incontrato in questi anni e mi ha sempre impressionato per il giocatore che era. Non lo avevo mai allenato: è stata una piacevole scoperta, ha fatto un girone d’andata ottimo. Sempre presente e mi ha colpito la sua disponibilità nonostante sia un grande campione”.
LAUTARO – “Giocatore completo che sente le responsabilità. Sa di essere uno dei leader in quest’Inter. Ha fatto un girone d’andata importante con 11 gol. È un giocatore che dà tutto in campo, che si arrabbia se non gioca: è una cosa normale che mi fa piacere”.
DZEKO – “Quando è successa la questione Lukaku il primo nome che ho fatto al direttore dopo 5 minuti è stato quello di Edin. Mi hanno risposto che con loro sfondavo una porta aperta. È un giocatore che conoscevo già bene per averlo affrontato nei derby a Roma: è sempre stato uno degli attaccanti più forti del nostro campionato”.
CALHANOGLU – “Abbiamo pensato subito a lui dopo l’incidente di Eriksen. Mi ricordo che ero in vacanza, ero tre giorni a Ponza con la mia famiglia e miei amici: sono stato più tempo al telefono con Hakan (Calhangolu, ndr) che con loro. Però secondo me era il giocatore Ideale. Abbina quantità e qualità”.
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