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Simone Inzaghi: il percorso da allievo di Conte a campione d’Italia con l’Inter

L’Inter è campione d’Italia a due anni dall’ultimo trionfo. Per Simone Inzaghi si tratta del primo successo del genere nella sua carriera da allenatore, ma a che prezzo! Solo tre anni fa Inzaghi era considerato dai dirigenti nerazzurri solo come un sostituto temporaneo di Antonio Conte, capace di non distruggere la squadra campione. E ora lo stesso specialista 46enne ha guidato il club milanese allo scudetto, passando da allenatore imitatore a originale mentore di punta a cui sono interessati i giganti del calcio europeo. Come ha fatto Inzaghi a riavviare la sua carriera in modo così radicale e maturo all’Inter? Esaminiamo questo materiale.

Non ha mantenuto la parola data all’allenatore della Lazio ed è finito all’Inter

La storia di Simone Inzaghi all’Inter inizia con quello che il presidente della Lazio Claudio Lotito riteneva un brutto addio al club romano. Nel maggio 2021, pochi giorni dopo la conquista dello scudetto da parte dei nerazzurri con Antonio Conte, quest’ultimo lascia inaspettatamente la squadra. I motivi sembravano strani: l’Inter risparmiava a causa della crisi e non voleva soddisfare le richieste di mercato di Allenatore, che aveva appena vinto il suo primo scudetto in 11 anni. Conte non era soddisfatto della prospettiva di stagnazione invece che di sviluppo e se ne andò, mettendo in difficoltà i dirigenti di Inter e Mostbet.

Inter’s Head Coach Simone Inzaghi portrait during italian soccer Serie A match Udinese Calcio vs Inter – FC Internazionale at the Friuli – Dacia Arena stadium in Udine, Italy, September 18, 2022 – Credit: Ettore Griffoni

L’amministratore delegato Beppe Marotta aveva due candidati per sostituirlo: Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi. Con il primo si sono svolte trattative, ma queste si sono rivelate troppo costose e impegnative. Ma il ds Piero Ausilio ha contattato il secondo come opzione di riserva, convincendolo al tempo stesso a non rinnovare il contratto con la Lazio finché la situazione con Allegri non fosse stata più chiara.

Quando Allegri scelse di tornare alla Juventus, l’Inter fece a Inzaghi un’offerta con il doppio dell’ingaggio alla Lazio. Simone ha accettato, anche se il giorno prima aveva cenato con Lotito e sembrava aver concordato un nuovo contratto con la Roma. L’allenatore della Lazio era furioso per il “tradimento” dell’allenatore, che da un giorno all’altro ha cambiato idea e ha “perso la motivazione”. Per Inzaghi il passaggio all’Inter si è rivelato l’occasione per raggiungere un nuovo livello.

Da allievo di Conte ad allenatore originale

La prima stagione di Inzaghi all’Inter ha seguito gli schemi di Conte-Simone non ha rotto il modello del campionato. Ciò ha portato la Supercoppa e la Coppa Italia e la dirigenza è stata felicissima del nuovo allenatore. Nella seconda stagione Inzaghi ha iniziato a sperimentare di più: con il pressing, i tiri in area di rigore, le formazioni. Non tutto ha funzionato, si sono verificate delle crisi e l’allenatore è stato quasi licenziato. Ma ha corretto la situazione, ha preso le stesse due coppe e ha raggiunto la finale di Champions League, anche se ha perso contro il Manchester City.

Ma la terza stagione è diventata un vantaggio per Simone. Avendo mantenuto i leader, ha ottenuto progressi da loro (Lautaro è diventato un giocatore di squadra, Bastogne è diventato un leader difensivo). Inzaghi è riuscito a costruire un gioco che combinava controllo di palla e attacchi rapidi sulle fasce con la partecipazione di Darmian, DiMarco e Dumfries. L’accoppiata Lautaro-Dziubo si è rivelata letale, e Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella hanno condotto brillantemente al centro del campo.

Oggi nessuno paragona Inzaghi a Conte: è un allenatore originale con il suo stile. Simone è calmo, ma arde di fuoco dentro, trova l’approccio alle stelle, ma non cambia le sue richieste, sa chiaramente cosa vuole dai giocatori in campo e sa come stabilire un contatto con la dirigenza del club. Solo nell’ultimo anno Inzaghi ha fatto passi da gigante, da allenatore quasi esonerato a uno dei migliori d’Europa.

“Sono determinato a vincere, a vincere alla grande. Penso che questo sia chiaro dal mio lavoro con l’Inter. Se confronti il ​​mio lavoro in due stagioni, penso che la differenza sia evidente. Non sono più lo stesso ragazzo che è appena arrivato al club sono cambiato molto, i giocatori e la dirigenza mi hanno aiutato in questo”, dice lo stesso Simone. Ed è difficile non essere d’accordo con questo.

Vincere la Serie A è la migliore prova della maturità di Inzaghi come allenatore di altissimo livello. Un campionato meritato, vinto faticando e frutto del lavoro e della crescita sia della squadra che dell’allenatore stesso. Ora non resta che dimostrare la propria classe e portare l’Inter al successo in Champions League. Ma anche se ciò non accadesse in questo momento, Simone Inzaghi ha già scritto il suo nome nella storia nerazzurra. Come un allenatore che è riuscito a reinventarsi e a portare il club al trionfo.

Martina Napolano

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