La conferenza stampa di Inzaghi alla vigilia di Lecce-Inter ha fornito parecchi spunti e sicuramente darà molto di cui parlare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Il tecnico infatti, per la prima volta, si è esposto apertamente sulla questione mercato, parlando praticamente a nome della società. Qualcosa senza precedenti e che, per l’enfasi e l’importanza delle sue parole, non può ovviamente passare inosservato.
Inzaghi ha infatti ribadito con forza, e più volte, come il calciomercato dell’Inter sia chiuso, sia in entrata sia in uscita, tolto il sostituto di Ranocchia. Una decisione che, a detta del tecnico, è stata presa di comune accordo con la società. Una presa di posizione molto forte, specie vista la corte serrata da parte del PSG per Skriniar che va avanti da mesi. Ma cosa si nasconde dietro queste parole? I tifosi nerazzurri possono davvero dormire sonni tranquilli o nuvole di tempesta si stanno ammassando all’orizzonte?
Le possibilità sono due. La prima, quella più rassicurante, è che sia effettivamente così. Di comune accordo Inzaghi, la dirigenza e Zhang hanno deciso di rimanere con questa rosa, rimandando alle prossime sessioni di mercato le eventuali dolorose cessioni. Quindi l’allenatore ha fatto solo da portavoce di una scelta comune, che rimarrà tale fino a fine mercato.
La seconda è che invece, preoccupato proprio dalle insistenti voci di cessioni importanti, il tecnico abbia deciso di esporsi apertamente, mettendo in un certo modo spalle al muro la società. Un comportamento in contrasto con l’Inzaghi che conosciamo, ma che potrebbe essere causato dalla paura di vedersi la rosa smantellata senza possibilità di rinforzarla adeguatamente. In questo caso però, in caso la società non rispetti poi le attese del tecnico, si rischia di formare attriti pesanti, con ripercussioni imprevedibili.
Quale che sia la verità (che forse, come sempre sta nel mezzo), Inzaghi con queste parole ha dimostrato di essere cresciuto parecchio. Il giovane allenatore in questo primo anno di Inter è diventato “grande”, gettando forse le basi, sia tecniche che mediatiche, per diventare un mister di respiro internazionale. Fare la voce grossa, sia nella prima che nella seconda ipotesi, non è un gesto qualunque. È il grido di battaglia di un generale che mette la sua truppa al primo posto.
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