Italia–Germania 4-3 è la Partita del Secolo (varianti: Jahrhundertspiel in tedesco, Partido del Siglo in spagnolo, Game of the Century in inglese) e qualsiasi tentativo di ricostruirla potrebbe apparire riduttivo. Ci hanno fatto pure un film, e centinaia di rievocazioni storiche in tutte le salse. Ora, da quella Partita del Secolo, disputatasi il 17 giugno 1970, di secolo ne è passato mezzo: e di partite simili la storia del calcio ne ha viste poche. Forse la finale di Champions League del 2005 (3-3 dopo i supplementari e viittoria del Liverpool ai rigori contro il Milan), ma Italia-Germania fu altra cosa: per dimensioni, per contesto, per tutto.
Anzitutto, avversaria dell’Italia non era la Germania ma la Germania Ovest: questo il primo equivoco di fondo, da chiarire subito. Tanto per dire i tempi e le circostanze. Per avere un’idea delle dimensioni, poi, basti sapere che, tra semifinali e finali (in tutto quattro partite) all’Estadio Azteca si giocarono tre incontri: Italia-Germania fu il primo di questi, e anche quello con l’affluenza più bassa: appena (ci mettiamo tremila virgolette) 102.444 spettatori. Era la semifinale dei Mondiali del Messico: l’Italia in finale avrebbe incontrato il Brasile di Pelé e ne sarebbe uscita malamente. I verdeoro avrebbero stravinto per 4-1, conquistando definitivamente la Coppa Rimet avendo raggiunto il limite di tre trionfi nella competizione.
Fu una partita, quella, in cui peraltro metà delle reti italiane furono a tinte nerazzurre. Due dei quattro gol dell’Italia furono infatti segnati da Roberto Boninsegna (realizzata all’ottavo minuto, gol del momentaneo 1-0) e da Tarcisio Burgnich (al 98esimo minuto, nei tempi supplementari, gol del momentaneo 2-2). Boninsegna, in quel momento, aveva 27 anni ed era al suo primo anno di Inter: vi sarebbe rimasto per sette stagioni, vincendo uno Scudetto. Burgnich, invece, era una colonna portante sia dell’Inter che della Nazionale: aveva 31 anni, era in nerazzurro da otto anni e in Nazionale da sette, aveva già vinto un Europeo, nel 1968, con l’Italia. Entrambi sognavano il Mondiale: dovettero accontentarsi di una medaglia d’argento e di una partita che sarebbe entrata nella storia del calcio.
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