Jair ricorda: “Sarei dovuto andare al Milan! Herrera meraviglioso, Angelo Moratti ci trattava come figli”
La Freccia Nera della Grande Inter compie oggi 80 anniCompie oggi gli anni uno degli eroi delle due Coppe dei Campioni vinte consecutivamente: Jair. Il secondo successo europeo, quello della stagione 1964-65, porta la firma proprio del neo ottantenne.
Nell’intervista rilasciata oggi a La Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante brasiliano ha così ricordato il gol decisivo nella finale di San Siro contro il Benfica di Eusebio: “Diedi il pallone a Mazzola, lui scambiò con un altro compagno, poi scattai, scivolai, caddi ma anche così tirai in porta e il pallone passò tra le gambe del portiere Costa Pereira“.
Il ricordo di Helenio Herrera: “Meraviglioso. Sapeva chiacchierare nel modo giusto coi giocatori. Conosceva il calcio sia dal punto di vista umano che atletico. Ci faceva giocare con lo stile italiano: in contropiede. Gli piaceva il calcio ben giocato. Uscite rapide dalla difesa all’attacco. In fase di impostazione c’erano Suárez e Corso che lanciavano, tutto di prima”.
Sul presidente Angelo Moratti: “Ci trattava come figli. Invitava i giocatori alle feste a casa sua. Faceva tutto quello che gli chiedevamo. Massimo Moratti era un ragazzo all’epoca. Quando poi lui fu presidente dell’Inter mi invitò a vedere la finale di Champions a Madrid contro il Bayern nel 2010. Allora già mi facevano male le gambe, quindi preferii vederla in TV”.
Che tipo di giocatore fosse lo spiega il diretto interessato: “Ero veloce, dribblatore. Pure Mazzola era rapido: in uno spazio di dieci metri in area dribblava e tirava in porta. Con tutti i palloni che gli arrivavano, metteva sempre a dura prova la difesa avversaria”.
Successi (innumerevoli) che potevano però non esserci: “Dicevano che dovessi andare al Milan, che invece prese un altro giocatore, non ricordo quale. E allora l’Inter mi ingaggiò“.
Infine, Jair chiede un piccolo, grande regalo di compleanno alla formazione di Conte: “Una vittoria col Verona andrebbe bene come regalo. A 80 anni sto bene di salute tranne per il ginocchio che mi fa zoppicare, ma me la cavo“.
Seppur a fasi alterne, la Freccia Nera continua a seguire le gare della Beneamata: “Quando posso le vedo, ma non ci sono tante occasioni. Lukaku? Già lo conoscevo dai tempi del Manchester United. Grande centravanti, duro, difficile da marcare, buona taglia fisica. Lautaro Martinez? No, non lo conosco. Ma se è all’Inter vuol dire che è bravo. Eriksen? Neanche. Barella? No. Handanovic? Sì, questo lo conosco. Ottimo portiere”.
Sul sito ufficiale, l’Inter ha celebrato il compleanno ricordando, giustappunto, il gol decisivo nella finale di San Siro.
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