Pallotta: “Sabatini? Non mi fidavo più di lui. Monchi, un dono. Spalletti…”
Le dichiarazioni del presidente della Roma sul suo rapporto con il dirigente sportivo nerazzurro e non soloJames Pallotta non si ferma, dopo il duro attacco al Milan (leggi QUI), ha parlato anche del suo rapporto con Walter Sabatini e con il nuovo direttore sportivo Monchi: “Pensavo andasse fatto un cambiamento perché avevo perso molta fiducia nel mio direttore sportivo dopo i primi due anni. Non solo il tipo di giocatori che stavamo comprando, ma un po’ di cose. I primi due anni sono stati ottimi, ma avremmo dovuto costruire su quelli e invece lui continuava semplicemente a fare scambi. Quindi ad agosto, parlando con Franco Baldini, ho detto che avremmo dovuto prendere un altro direttore sportivo. Ho chiesto di Monchi, Baldini mi ha detto che non sarebbe andato da nessuna parte, ma che gli avrebbe fatto una telefonata. Uscì fuori che Monchi voleva parlarmi! Voleva andare via, abbiamo avuto delle riunioni segrete e ci siamo trovati bene da subito. Siamo stati fortunati a prenderlo perché qualcun altro lo voleva per molti più soldi. In due mesi è stato un dono del cielo”.
Durante la lunga intervista rilasciata ai microfoni di Sirius Xm, il presidente della Roma si è sbilanciato su Luciano Spalletti: “Abbiamo iniziato con Spalletti e un paio di anni fa potevo vedere che quello che Garcia aveva fatto bene l’anno prima, per una certa ragione decise di farlo differentemente e i ragazzi non erano neanche in forma fisica. C’erano state proteste da alcuni dei ragazzi che non erano mai stati in una forma peggiore, che è pazzesco, per dirlo loro… ho chiesto a un paio di amici di chi mi sarei potuto fidare nel mondo del calcio e uscì fuori il nome di Luciano. Siamo stati abbastanza fortunati ad averlo con 18-19 partite rimaste, ha perso con la Juventus ed è rimasto imbattuto per le successive 17 partite”.
Chiosa finale su De Rossi e Nainggolan: “Ho parlato con Radja, gli ho detto ovviamente di volerlo tenere e che lo staff e Monchi volevano altrettanto. Dal mio punto di vista, lui è uno dei più importanti sul campo. Non si ferma mai, è completo. C’è stato un periodo lo scorso anno in cui è stato molto importante per prendere punti, visto che ci siamo qualificati per la Champions League finendo un solo punto avanti al Napoli. C’è stato un periodo di sei partite di fila in cui le persone non si sono rese conto che Radja stava giocando con problemi muscolari, ma non ha lasciato il campo. È molto importante per noi. De Rossi? Per molti anni la gente ha pensato che potesse essere il capitano, quest’anno può essere il capitano, ma già ora vedo un cambiamento nel suo temperamento. Lo vedo anche in alcuni degli altri, sono molto concentrati e credono sia il loro anno. Potete vedere come interagiscono, negli anni passati c’era musica nello spogliatoio, ho notato che non ce n’era e ho chiesto cosa fosse successo. Loro hanno detto: ‘Basta con quella merda!'”.
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