Joao Mario: “Vogliamo vincere la Coppa Italia. Perisic? Ha capito che non è l’Inter dello scorso anno”
Le parole del centrocampista portoghese sulla sua esperienza in nerazzurroJoao Mario si è messo in mostra nelle sfide della ICC2017 contro il Lione e Bayern Monaco, mentre ha giocato di meno nella sfida contro il Chelsea. Il centrocampista, però, sta facendo parlare bene di sé e ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta Sportiva per raccontare come sarà la nuova stagione in nerazzurro. Ecco le sue parole:
FORMA FISICA – Non sono ancora al 100%, ho soltanto iniziato bene. Posso dare e fare molto di più. Ho dovuto saltare la Confederations per un problema al polpaccio. Mi è spiaciuto, ma col senno di poi quei giorni di riposo mi hanno fatto un gran bene.
NUMERO DI MAGLIA – L’anno scorso aveva la maglia numero 6. Adesso la 10 le ha fatto scattare qualcosa? «La 10 mi responsabilizza, è una maglia speciale,soprattutto in questo club. Poi è chiaro che quello che faccio in campo non è determinato dal numero
RUOLO – Pur avendo anche delle nozioni da intenditore, attacco meglio di quanto difendo. Ma la cosa decisiva è che la squadra abbia tanto possesso palla. L’anno scorso succedeva poco ed era tutto più difficile.
STAGIONE 2016/17 – A proposito di anno scorso, ci racconta cosa è davvero successo? «Una stagione che non credo sia ripetibile. Quando si inizia male poi è durissima invertire la rotta. Pioli è un bravo tecnico, ma anche facendo dieci vittorie di fila non riuscivamo a recuperare punti rispetto alle prime tre, vedevamo l’obiettivo Champions comunque lontanissimo e questo in qualche modo ci ha condizionato. Quella partenza ci ha spezzato le gambe
PARAGONI – Per me Nainggolan e Hamsik sono due punti diriferimento: aiutano la squadra, creano e segnano. E io sotto porta devo migliorare, anche ieri potevo fare gol ma non ci sono riuscito. Con Spalletti spero di fare quel salto di qualità per arrivare al loro livello. Visto come ha fatto crescere tanti centrocampisti, ho molta fiducia. Certo, Radja e Marek giocano in Italia da tanto tempo
ESPERIENZA – La A è un campionato molto difficile e tattico. E poi sono arrivato in un anno difficile, non abbiamo fatto una buona preparazione, abbiamo cambiato tre allenatori.
SPALLETTI – Lo stiamo seguendo perché abbiamo capito che questa strada è quella giusta. E la cosa bella è che possiamo crescere ancora tantissimo. Credo che un club come l’Inter avesse bisogno di un allenatore così completo che lavora sulla testa ma anche tantissimo sul campo. Il mister non poteva arrivare sorridendo in una squadra reduce da una stagione simile. Quindi è giusto che sia severo con noi e pretenda tanto.
CHAMPIONS – Dobbiamo imparare dai nostri errori, ma dimostrarlo in campo. Dobbiamo tornare in Champions e poi sarà più facile aumentare la qualità della rosa. Abbiamo chiaro l’obiettivo, ma strada facendo mi piace pensare che potremo salire più in alto. Mi manca? Tantissimo, è una manifestazione a parte. E non esiste che un club come l’Inter non la giochi
SCUDETTO – No, non ha senso parlare di primo posto. La Juve è la favorita, il Napoli e la Roma giocano insieme da anni e hanno grande tranquillità. Poi c’è il Milan, che ha cambiato molto. Credo che sotto ai bianconeri sarà una bella battaglia a quattro per i tre posti Champions. Con il Napoli leggermente favorito, perché non ha venduto nessun big.
RENATO SANCHES – Ci siamo parlati dopo la partita di giovedì. E’ giovane e forte, capisco che voglia giocare con continuità e al Bayern c’è tanta concorrenza. Gli ho detto che se va al Milan trova un grande club. E io avrò un amico in più in città. Se però vogliamo essere competitivi non possiamo fare questi ragionamenti e dobbiamo affrontare i più forti. Come fatto con Bayern e Chelsea.
BORJA VALERO E SKRINIAR – Lo spagnolo lo conoscevo bene. Mi ha sorpreso Skriniar, è veramente forte e con grande personalità. Malgrado abbia appena 22 anni.
OBIETTIVI – Il primo obiettivo è tornare in Europa, ma c’è anche la Coppa Italia. E vogliamo vincerla.
SUNING – La sera in cui eravamo a cena a casa del “capo” il Milan ha battuto il Bayern. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo sentito un senso di sfida, una responsabilità in più
MONDIALE O CHAMPIONS – Domanda troppo cattiva. Diciamo entrambe e andiamo avanti.
CHELSEA E BAYERN – Direi che la chiave è stata soprattutto tattica. Senza quella non vai da nessuna parte. Eravamo sempre messi molto bene in campo. Stiamo lavorando comunque bene ma la vera benzina restano i risultati.
GABIGOL – Se dovesse andare via, mi dispiacerebbe tantissimo. Per me è un fratello. Ma visto che gli voglio bene spero che faccia la scelta giusta. Dopo una stagione così difficile, deve pensare a cosa è meglio per lui. L’anno scorso è stato molto difficile per tutti, figurarsi per lui che nemmeno ventenne è venuto dall’altra parte del mondo. Credo solo che non abbia avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore.
CARICA – Abbraccio e urla per caricarci? E’ una cosa che potremo fare quando ci crederemo tutti. Non ne abbiamo ancora parlato per bene, ma io non avrei problemi.
PERISIC – Devono decidere lui e il club e trovare la soluzione migliore per tutti. Di sicuro è un grande giocatore. Sono certo che Ivan abbia già capito che questa non è la stessa Inter dell’anno scorso.
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