Julio Cesar: “Derby, stavolta vince l’Inter 2-1. Eredi? Occhio a Brazao, può diventare il più forte al mondo”
L'ex portiere elegge il suo ricordo più bello vissuto in una stracittadinaNel giorno del derby tra Inter e Milan inevitabilmente il pensiero va a quei grandi calciatori che nella storia recente dei due club si sono resi protagonisti di grandi partite. E in casa nerazzurra ecco che immediatamente spunta il ricordo di Julio Cesar e di quel rigore parato al connazionale Ronaldinho nel gennaio 2010, in una partita indimenticabile che la squadra allora allenata da José Mourinho vinse per 2-0 in nove uomini. Questa l’intervista dell’ex portiere sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: “Se oggi sono famoso lo devo all’Inter. Quando ho smesso di giocare è stato il mio primo pensiero: in giro c’è gente che cerca solo di fare i propri interessi, io voglio che i miei assistiti pensino da subito al loro futuro. La carriera è breve, bisogna fare investimenti giusti”.
Torna il derby: c’è differenza tra coppa e campionato?
“Il derby è sempre derby, però va pesato. In campionato il Milan è avanti e l’Inter insegue: vincere in coppa potrebbe significare mandare un messaggio in chiave scudetto. Il Milan viene da una sconfitta che può pesare sul morale. E l’Inter potrebbe approfittarne. Però c’è Ibrahimovic che sta facendo cose straordinarie: si merita tutto, è un esempio per i giovani”.
Il ricordo più bello?
“Il primo resta indimenticabile per impatto e atmosfera. Avevo maglia e calzettoni gialli e i pantaloncini neri: vincemmo 3-2. Se devo scegliere ‘il momento’, il rigore parato a Ronaldinho”.
Cosa manca a questa Inter per “dominare” come la sua?
“Difficile fare paragoni: Moratti fu bravissimo a costruire la squadra anno dopo anno, un tassello alla volta fino al Triplete. Oggi con tutti i cambiamenti che ci sono stati è difficile ripercorrere quell’epoca. L’Inter ha ottimi giocatori e un grandissimo allenatore. La strada è giusta, deve continuare a credere nel progetto. Tutti nella stessa direzione, un passo alla volta”.
Conte – nel suo essere motivatore – ricorda Mourinho?
“È preparatissimo. Ho avuto la possibilità di vederlo al lavoro in Cina: spinge tanto, è molto esigente e trasmette passione. Sta facendo un gran lavoro”.
E la Lu-La fa la differenza, come facevano Eto’o e Milito.
“Lukaku e Lautaro sono due grandissimi giocatori e insieme si completano. E sono giovani, possono migliorare molto”.
Cosa ne pensa delle critiche nei confronti di Handanovic?
“Il ruolo del portiere è delicato. Anche io sono stato criticato perché quando dimostri di essere tra i migliori, tutti si aspettano sempre il massimo. Samir è ancora un grande portiere, molto serio e professionale. Giusto per l’Inter”.
Un nuovo Julio per l’Inter?
“Premessa: mi parlano tutti benissimo di Filip Stankovic, che purtroppo non ho avuto il piacere di vedere dal vivo. Ma se alla sua età va già in panchina in Champions significa che ha qualcosa di speciale. Ma l’Inter ha già ‘in casa’ il nuovo Julio Cesar ed è Brazao. Ha le potenzialità per diventare il più forte al mondo”.
E allora un’ultima sensazione: chi vince?
“L’ultima volta ho perso la sfida dei pronostici con Kakà. Ma resto fiducioso: vinciamo 2-1”.
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