Julio Cesar: “Inter unica squadra che può fermare la Juventus. Sanchez spettacolare, tornerà grande”
L'ex portiere designa i nerazzurri come contendenti al titoloA poche ore dalla sfida Champions League tra Inter e Barcellona, uno dei protagonisti della semifinale di ritorno del 2010 proprio al Camp Nou con delle parate quasi illegali, Julio Cesar, è stato intervistato sul quotidiano online La Tercera, per analizzare il momento vissuto dai nerazzurri in questo inizio di stagione. Tra tanti ricordi legati specialmente agli amici ed ex compagni argentini, l’ex portiere brasiliano ha speso ottime parole nei confronti di Alexis Sanchez, ragazzo che so potrà rivelare davvero interessante nel corso dei prossimi mesi. Queste le sue parole:
TRADIZIONE SUDAMERICANA – “Il club rispetta la sua tradizione e la sua cultura. E’ nato con l’obiettivo di accogliere calciatori stranieri, e sempre è stato fedele a questo principio. Quando giocavo, ho notato che è una società che accoglie gli stranieri nel migliore dei modi facendoli sentire a casa propria, una cosa che senz’altro aiuta specialmente i calciatori sudamericani a dare del loro meglio in campo”.
RICORDI – “Ho ottimi ricordi, soprattutto con gli argentini, con Zanetti, Milito, Cambiasso, Samuel. Si parla sempre dell’esistenza di una rivalità tra i brasiliani e argentini, ma tra noi non esisteva. Eravamo in tanti, c’erano anche il colombiano Córdoba e il cileno Luis Jiménez. Quando tornavamo a Milano dopo aver giocato per le nostre nazionali, quelli che avevano vinto sempre scherzavano con quelli che avevano perso”.
SANCHEZ – “Alexis è spettacolare. Un calciatore con molte qualità tecniche. È molto abile con la palla e molto forte. Ha un gran fisico e non si stanca mai. Conosce molto bene anche la Serie A. Penso che porterà molte cose positive all’Inter, dal momento che ritorna nel calcio italiano molto più maturo e più esperto, avendo vissuto diversi anni ad alte competizioni negli altri campionati più importanti d’Europa. Non ho dubbi che tornerà al successo”.
COMPETIZIONE INTER – “Sì, oggi gli attaccanti dell’Inter sono molto competitivi e nessuno vorrebbe essere in panchina. Ma Alexis ha tutte le possibilità e penso sia molto probabile che inizi a diventare regolarmente titolare. Con i suoi gol contro la Sampdoria ha dimostrato già che sarà una bella competizione interna. È uno che individualmente è in grado di decidere una partita. Il calendario è pieno di partite in diverse competizioni e Alexis avrà molte possibilità. Indubbiamente, performance come l’ultima lo aiuteranno. È un grande professionista e lo dimostrerà”.
ANNI BUI – “C’è stata una ristrutturazione naturale dopo un periodo in cui abbiamo vinto tutto ed è stato difficile per l’Inter ottenere risultati. La verità è che oggi sembra aver trovato un ottimo corso, ed è confermato da come è iniziata la stagione. È molto forte con un eccezionale allenatore come Conte e con buoni calciatori come Lukaku e Sánchez”.
SCUDETTO – “Fermare la Juventus? È l’unica squadra in grado di farlo. Non ce ne sono altre. Hanno tutte le possibilità per essere campioni e una volta per tutte porre fine all’egemonia della Juve”.
MONDIALI IN BRASILE – “La partita contro il Cile? Abbiamo sofferto molto e corso un rischio molto elevato di essere eliminati. È sempre molto più gratificante per un portiere che per il resto vincere con dei rigori, per l’importanza che viene acquisita. Mi ha segnato molto, giocare nel mio paese. Mi fa molto bene ricordare quella sensazione unica. 200 milioni di brasiliani erano in quel momento con me, impedendo ai cileni di ottenere quelle sanzioni. È stato meraviglioso”.
TRAVERSA PINILLA – “Ho sentito che la storia era già stata scritta a nostro favore. Onestamente, ho pensato che dopo quell’imponente traversa, non sarebbe stato possibile perdere ai rigori”.
7-1 CON LA GERMANIA – “È stata una partita anomala, che ha influenzato troppo giocatori. Il tempo è stato il miglior rimedio per qualcosa di così doloroso. Per tutti noi che abbiamo fatto parte di quella partita, oggi non c’è modo di non essere tristi quando ci pensiamo. I tedeschi erano molto superiori e noi non stavamo bene. È stato un momento molto complicato, ma abbiamo dovuto andare avanti. Una partita non può influenzare eccessivamente la vita delle persone”.
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