Viaggiare sulle ali dell’entusiasmo e sfruttarlo a proprio favore. Dopo l’euforia per il ritorno tra le migliori otto d’Europa, l’Inter deve dare continuità al proprio momento positivo e proseguire su questa scia in vista del big match di domenica, quando a San Siro arriverà la Juventus. Una partita mai banale. Soprattutto a questo punto della stagione, con entrambe le squadre invischiate nella corsa per un piazzamento europeo: i nerazzurri per blindare il secondo posto e incrementare la distanza dal quinto, i bianconeri per avvicinarsi alla settima posizione occupata dall’Atalanta e magari anche qualcosa in più. Senza dimenticare la rivalità storica, che accresce il valore della sfida.
FATTORE EMOTIVO – La formazione di Inzaghi, come detto, arriva al match sulle ali dell’entusiasmo per la qualificazione ai quarti di Champions appena ottenuta. Ma ricordiamoci in che situazione era prima della gara con il Porto: allenatore in bilico, addirittura quasi a rischio esonero in caso di mancato passaggio del turno, giocatori in forte discussione per le recenti sconfitte pesanti con Bologna e Spezia e un piazzamento Champions – anche tutt’ora – di certo non in cassaforte. Il paradiso sembra appena raggiunto, ma l’inferno non è un ricordo così lontano.
LA CONDIZIONE DEI GIOCATORI – La partita in Portogallo, poi, ha lasciato anche diverse scorie a livello fisico. Come anticipato ieri, Darmian è stato vittima di una semplice stanchezza, anche se il tour de force a cui è stato sottoposto ultimamente pare aver pesato. Come si legge su Il Corriere dello Sport, stesso discorso per Lautaro Martinez, Barella, Mikhitaryan e Acerbi, tra i più utilizzati da Inzaghi e quindi particolarmente spremuti. Solo che domenica non c’è una gara in cui poter fare turnover, anzi: ogni calciatore è chiamato a dare il massimo. Mentre non sarà della partita Bastoni, finito ko nell’ultimo quarto d’oro a Oporto. E pure Dimarco, appena rientrato dall’infortunio, non potrà contare sul suo back-up Gosens, ancora ai box, e per cui dovrà presumibilmente giocare 90 minuti.
Infine c’è il capitolo Lukaku, eroe della qualificazione ma al momento riserva di Dzeko. Finora, nelle partite da dentro o fuori, come nella doppia sfida degli ottavi o nel derby di campionato con il Milan, è sempre partito dalla panchina. Ma in teoria con i bianconeri tocca a lui. E chissà che il belga non torni a essere un gigante (in tutti i sensi…) proprio da domenica.
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