2 Febbraio 2014

Juventus Inter, la lavagna tattica: duelli e squadra corta per battere i bianconeri

Juventus Inter, la nostra presentazione, tra storia e tattica

di Gianluigi Valente

Su Juventus Inter si potrebbero scrivere tante storie, ma così tante da far passare altri cento anni prima di finirne la narrazione. Una rivalità sempre viva, esacerbata in un secolo fatto di vittorie, sconfitte, scandali, trattative, frecciatine e ?guerre? sociali. Due stili diversi ma con un?origine più o meno affine: da una parte la nobiltà ostentata ed esuberante della Juventus, dall’altra quella più timida e silenziosa dell’Inter; storicamente gli Agnelli contro i Moratti, ovvero le automobili che sono sotto gli occhi di tutti contro l’invisibile petrolio che le fa muovere; socialmente si fronteggiano il cocciuto vincente e l’eterno sognatore deluso da tutto. In definitiva, due realtà così unite e così divise nel loro destino da grandi club: il derby d?Italia è più di una semplice partita di calcio.

LA STORIA ? Centootto volte Juventus-Inter: la grande classica del nostro calcio si è giocata praticamente ogni anno, se si esclude la stagione in cui i bianconeri hanno militato in Serie B. E a Torino non è mai stata facile per i nerazzurri, che tra campionato e Coppa Italia hanno rimediato ben settanta sconfitte, diciannove pareggi e altrettante vittorie, la prima delle quali nel lontanissimo 1911 e l’ultima delle quali nel novembre del 2012 (prima squadra ad aver violato lo Juventus Stadium). Si è giocata invece una sola gara di Supercoppa, quella del 2005, che vide gli uomini allora allenati da Mancini trionfare al ?Delle Alpi? con un gol nei supplementari di Juan Sebastian Veron, dopo 120? di sofferenza. Ma oggi la storia conterà poco, perché se è vero che si affrontano due squadre profondamente diverse, di cui una è chiaramente la più forte d?Italia e l’altra una delle più deludenti, è anche vero che gare dal tale fascino sono sempre pronte a regalare uno spettacolo nuovo ogni volta.

IL MODULO ? Mazzarri, dopo un mercato che gli ha regalato un nuovo esterno e un centrocampista dalle indubbie qualità tecniche, sarà comunque costretto a schierare una squadra obbligata. Il modulo dovrebbe essere sempre il 3-5-1-1, quasi speculare a quello della Juventus, che però scenderà in campo con due punte vere e anche complementari fra loro. Secondo gli ultimi aggiornamenti invece, l’Inter attaccherà con un attaccante di movimento, Palacio, e una mezza punta pronta a svariare alle sue spalle, Alvarez, date le indisponibilità di Guarin (per scelta tecnica) ed Hernanes (bloccato da motivi burocratici) e l’assenza obbligata di Cambiasso. In mediana, infatti, giocheranno Taider e Kuzmanovic come mezzali e Kovacic come perno centrale; sulle fasce ci saranno Nagatomo e Jonathan, a meno che il tecnico livornese non voglia rischiare Zanetti a destra.

OCCHIO DI RIGUARDO ? Poco più di un anno fa, nei minuti di poco precedenti alla discesa in campo, Andrea Stramaccioni sorprese tutti optando per un poco abbottonato 3-4-3, con Cassano, Milito e Palacio a costringere agli straordinari la granitica difesa avversaria. Difesa che ad oggi è tacitamente il punto di forza migliore della Juventus: tutti parlano di un centrocampo e un attacco fenomenali (per carità, lo sono senza possibilità di discussione alcuna), ma pochi rammentano che il reparto difensivo bianconero fa sì da saracinesca, ma è anche sempre pronto a tenere la squadra alta e corta e a far iniziare la manovra. Solo chi è capace di chiudere totalmente gli spazi nel momento in cui Barzagli, Bonucci o Chiellini entrano nella prima fase di possesso-palla esce indenne dalle partite contro la squadra di Conte. A Istanbul ci ha pensato un campo infimo, a Firenze il coraggio dei viola e gli sprint di Cuadrado, a Roma il grandissimo lavoro di esterni d?attacco e mezze punte, proprio a Torino, lo scorso anno, un pressing asfissiante dei tre avanti interisti e i chilometri di Gargano e Cambiasso: non è un caso che solo chi schiera tanti giocatori d?attacco riesca a impensierire la Juventus.

DOVE PUNTARE ? Per questo quando si legge del 3-5-1-1 non si riesce mai a essere tanto ottimisti: ma al di là dei numeri, vogliamo sperare che sia l’atteggiamento sopracitato a rendere la partita di stasera qualcosa di ben distante da un?agonia di un?ora e mezzo. Che giochino Palacio, Alvarez, Milito, Icardi o qualsiasi altro giocatore, sarà importantissimo tappare il naso e tarpare le ali di una Juventus cattiva e pronta a inghiottire l’avversario. I duelli personali saranno poi un altro punto cardine del match: se l’Inter accetterà di accettare la sfida su questo piano avrà la possibilità  di limitare la libertà dei vari Vidal, Pogba, Lichtsteiner e Asamoah, polmoni e muscoli tra gli avversari. Ecco perché Nagatomo, Jonathan e i due interni di centrocampo saranno chiamati a correre il doppio del loro solito e soprattutto a entrare in partita dal fischio d?inizio: la Juventus, come dimostra la partenza sprint contro la Roma di circa un mese fa, comincia la gara sempre a mille e spesso riesce a vincere i big-match nei primi venti minuti. L’incontro di questa sera fungerà quindi da banco di prova per il futuro per l’undici di Mazzarri: non esageriamo nel dire che, se si potrà sperare in una crescita da qui a fine stagione, lo capiremo dai primi attimi della gara di stasera.