Juventus-Inter, Zazzaroni: “Bianconeri come Attila, dei nerazzurri restano le buone intenzioni”
Il direttore del Corriere dello Sport nel consueto 'commento' del giorno dopoL’Inter ha giocato bene per almeno un tempo, bisogna necessariamente riconoscerlo. Ma quando la Juventus decide che è giunta l’ora di cambiare marcia, difficilmente glielo si può impedire. Alla squadra di Spalletti serviva una grandissima partita, con una riduzione degli errori del 100%. La disattenzione di Asamoah è così costata tantissimo, gettando alle ortiche le speranze nerazzurre di far risultato a Torino. Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, nell’abituale commento del giorno dopo definisce la Juventus un “Attila come e più che alla prima della Scala”. Ecco l’analisi completa questa mattina sul quotidiano romano.
LA PARTITA – “Da otto anni a questa parte dove passa lei, la Juve, non cresce più l’erba dell’altrui speranza. L’Attila del campionato ha fatto fuori anche l’Inter che s’era presentata piena di ottime intenzioni; intenzioni che anche attraverso una formazione iniziale centrata e un’eccellente disposizione tattica ha fatto seguire dai fatti, ovvero da un primo tempo di notevole impegno e personalità nel quale ha avuto più di una fiammata, colpito un palo con Gagliardini e fallito un paio di altre buone occasioni. Bellissima partita, e la verità come spesso accade è proprio nella sua bellezza: quando la squadra di Allegri si è messa a pressare alto e a fare sul serio la gara ha preso una piega differente e sono improvvisamente aumentati i balbettamenti dell’Inter che in più di un’occasione si è complicata la vita in uscita arrivando a sentire l’inciampo ad ogni passo”.
IL CAMBIO DELLA DISCORDIA – “Visto come stava girando intorno all’ora di gioco, Spalletti ha tolto Politano, che a a me era piaciuto fino a quel momento aveva comunque tenuto in apprensione Allegri (per questo aveva poi spostato Cancelo a sinistra), inserito Borja Valero con l’intenzione di avere un palleggiatore a centrocampo e chiesto a Joao Mario di allargarsi sulla destra: casualmente, ma non troppo, proprio da un’incursione di Cancelo, colpevolmente abbandonato a se stesso, è nato il gol decisivo di Manduzkic. Il finale alla Mourinho con i quattro attaccanti (Icardi, Keita, Lautaro e Perisic) non ha prodotto gli effetti desiderati e il quarantatreesimo punto in quindici turni ottenuto dai campioni ha preso fatalmente corpo”.
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