Kolarov: “Conte ha cambiato l’Inter, Inzaghi furbo in una cosa”
È stato allenato da entrambi i tecnici
Inter-Napoli significa anche Simone Inzaghi contro Antonio Conte, sfida attesissima fra l’attuale tecnico nerazzurro e il suo predecessore. La Gazzetta dello Sport ha intervistato Aleksandar Kolarov, da poco ct della Serbia Under 21 e all’Inter per due stagioni (2020-21 e 2021-22), quando fu allenato sia dall’ex Lazio che dal salentino. Questo il suo parere sul confronto tra i due:
INZAGHI CALCIATORE – “Simone era già stato mio compagno di squadra alla Lazio dal 2007 al 2010: attaccante tecnicamente forte, meno cecchino di suo fratello Pippo, ma intelligente. Malato di calcio, osservava e capiva tutto: studiava già da tecnico“.
INZAGHI ALLENATORE – “Poi l’ho avuto al mio ultimo anno all’Inter quando lui, appena arrivato, stava ancora prendendo le misure. Nelle ultime stagioni è cresciuto moltissimo, come dimostrano non solo la finale di Champions League raggiunta e lo scudetto vinto, ma la maturità, consapevolezza e identità che oggi possiede l’Inter, anche in Europa. I giocatori sono di primo livello e la rosa è ampia, certo, ma Inzaghi mette tanto del suo ed è bravo a lasciare esprimere liberamente i giocatori all’interno del suo disegno tattico. Simone ha trovato un solco tracciato, ma ha saputo aggiungere“.
CONTE – “Antonio ha rivoltato l’Inter come un calzino: ne ha cambiato mentalità, professionalità, attitudine al lavoro, alzando tanto l’asticella. E da piazzata, l’Inter è tornata vincente. Il suo lavoro in profondità si vede ancora oggi. Nel ricostruire, nessuno è come lui. È maniacale nella cura dei particolari e bravissimo a colpire i punti deboli degli avversari. È diretto e leale nei rapporti: sai sempre quello che pensa di te“.
ATTEGGIAMENTI – “Conte doveva essere più duro per voltare velocemente pagina. Simone ha dovuto gestire un gruppo che aveva già vinto. Diciamo che il loro carattere si è sposato bene nelle esigenze delle due fasi. Cosa prenderei dell’uno e dell’altro? Da Inzaghi l’intelligenza e la furbizia nella gestione degli uomini e quel pizzico di buona sorte che spesso lo accompagna. Da Antonio la sua impressionante mentalità vincente“.