12 Novembre 2011

La biografia di Ibra: “L’Inter era la mia prima scelta e Mou mi ha letto il futuro…”

Non si può parlare di lui per le prodezze fatte in campo ma Ibra continua ad essere sulle prime pagine di tutti i giornali. La sua sua biografia sta quotidianamente dando anticipazioni delle piccanti rivelazioni di una vita sempre al limite. A dirla tutta temo che a furia di anticipazioni non ci sarà più nulla da leggere nel libro.

L’ARRIVO ALL’INTER – Non poteva mancare un riferimento sul suo passaggio all’Inter, squadra dove ha ottenuto i migliori risultati della sua carriera, così dalle pagine del Corriere dello Sport possiamo leggere come è andata “Braida, un pezzo grosso del Milan, venne di nascosto per incontrami. Uscii dal ritiro della Juve, senza farmi beccare, e ci trovammo in un albergo nelle vicinanze per parlare. Mi disse che Kakà era una star e io no. Ma che col Milan potevo crescere. Poi ricordo bene una sera: ero a casa a Torino, nell’appartamento di Piazza Castello e il Milan giocava contro la Stella Rossa. Mino (Raiola, ndr) mi chiama e mi dice che Berlusconi voleva vedermi la stessa sera. Io volevo l’Inter come prima scelta e dissi a Mino di sfruttare la cena con Berlusconi. Lui chiamò Moratti e gli disse ?Volevamo informarla che Ibrahimovic sta per cenare a Milano con Berlusconi. Hanno un tavolo da Giannino?. Moratti rispose ?Vi mando subito un mio uomo?. Dopo un?ora arrivò a Torino il ds Marco Branca.”

IL PROFETA MOU- Parole al miele per la persona con cui meglio si è trovato tanto da meritare addirittura una similitudine con lo stesso Ibra, quel Mourinho da cui è andato via per volare verso il suo sogno catalano “Mourinho pensa e dice ciò che vuole. A mia moglie Helena disse nell’orecchio che doveva provvedere solo a darmi da mangiare e lasciarmi dormire. Quell’uomo mi piace. E? il re, il condottiero dell’esercito. Ci faceva vedere le nostre partite più brutte e ci diceva ?Guardate là. Non potete essere voi quelli. Chi sono? I vostri fratelli??. Poi altre frasi del tipo: ?Oggi vi voglio vedere in campo con la voglia di vincere? e magari tirava un calcio alla lavagnetta. Noi eravamo carichi e pronti a fare di tutto in campo. Mourinho ispira sensazioni forti. In America, dopo un?amichevole, ci incontrammo e parlammo. Lui mi disse ?Non te ne puoi andare?. Io risposi che non potevo perdere questa chance, lui replicò che anche lui se ne sarebbe andato. Io lo ringraziai e gli dissi che mi aveva dato tanto. Chiacchierammo un po’. Lui è come me, orgoglioso e vuole vincere a ogni costo. Alla fine mi tirò una frecciatina.?Tu vai al Barça per vincere la Champions??. Io risposi ?Anche per questo?. E lui ?Non dimenticare che saremo noi a portarcela a casa.”